l’Europa fatta per contrastare l’unione sovietica in caso di terza guerra mondiale e impedire le guerre fra stati europei (che l’avevano devastata per secoli) ha poi fornito – come sottoprodotto – il mercato unico e la libertà di circolazione per beni e persone.
É stata quindi una operazione di enorme successo (indipendentemente dal comportamento facilone e a volte doloso di qualche stato membro e delle idee strampalate di autarchia dei sovranisti).
Ciononostante i rapporti di forza all’interno dell’Unione non sono mai scomparsi, e hanno continuato a contare come se non più di prima, quando erano gli eserciti a denominarli e le capacità belliche industriali a determinarli.
Poi, con l’euro, l’integrazione è aumentata di pari passo con lo spostarsi del baricentro del potere, in quanto è diventato un bilanciamento finanziario-commerciale e non più strettamente dimensionale a determinarlo.
Piccoli stati con grossa finanza sono diventati importanti quanto se non più di quelli più popolosi.
E siamo passati dall’Europa degli eserciti e dei sovrani a quella della finanza e dei banchieri.
Ma ora ci ritroviamo in guerra di nuovo: la terza guerra mondiale è iniziata (ma è una guerra di nuovo tipo, più simile ad una invasione aliena che a un conflitto tradizionale) e l’europa dei banchieri ragiona con il cervello che si è data in questi ultimi vent’anni, quello che ha, come può e come gli riesce.
Finché Olanda, Germania, Finlandia (e gli altri) non vedranno il nemico sotto le mura con gli arieti da sfondamento continueranno a ragionare da banchieri.
Ci vuole ben altro che qualche migliaio di morti nella remota italia per farli passare in modalità “war room”.
Rimuovere i problemi è molto più facile che affrontarli, specie se non credi neppure che siano reali.
In questo senso c’è poco da “riformare l’Europa”: se il nemico sfonda le mura si dedicherà al saccheggio, senza guardare troppo per il sottile, riforma o meno.
Se crolla l’italia – e il suo imponente apparato industriale che rifornisce metà delle aziende automobilistiche tedesche – crollano poi anche tutti gli altri, con un effetto domino che gli attuali governanti – ad eccezione dei nostri – non riescono nemmeno a immaginare (figuriamoci a prendere sul serio).
L’europa dei banchieri non è adatta ad affrontare una guerra, e l’europa dei guerrieri non è attrezzata per una invasione aliena.
Quindi siamo nella merda, ognuno per sè e il diavolo per tutti.
Non esiste l’idea di una “riforma”. Richiede concertazione, decisioni, volontà. Richiede “tempo”
E tempo NON NE ABBIAMO.
Conte e Sanchez lo sanno e hanno ottenuto un rinvio di due settimane per questo motivo: dovrebbero bastare al virus per raggiungere le caviglie degli “scettici del nord” e azzannarle, visto che ancora pensano – come peraltro parecchi ancora qui da noi – che si tratti tutto di una esagerazione gonfiata a fini politici (ovvero noi che cerchiamo di spillare più quattrini per non smettere di buttare i soldi dalla finestra come al solito).
Due settimane e il coronavirus dovrebbe aver fatto il lavoro “diplomatico” per noi e gratis.
Ma se il “dopo due settimane”, così come le prossime mosse del governo italiano nel caso questo piano di “presa di coscienza europea” non funzionasse arrivasse senza effetti faremo da soli.
E “fare da soli” significa una cosa sola: comparsa di un metodo “alternativo” all’euro (alla Varoufakis per intenderci) come il varo e l’utilizzo di una criptovaluta nazionale a corso legale e da utilizzarsi per i pagamenti nel nostro paese, senza intaccare (formalmente) l’Euro.
L’Euro continuerebbe ad avere valore e ad essere utilizzato nei pagamento verso l’estero (e anche da noi, per chi li avrà) ma lo stato emetterà “di fatto” moneta per conto proprio, quanta ne serve e per quanto ne serve (con effetti che vi lascio immaginare)
Una botta tremenda all’unione monetaria. Un’ “arma da fine-di-mondo”, il corrispondente dell’inizio di un conflitto termonucleare globale.
Altre alternative non ne vedo se non – appunto – usare l’atomica.
Un passo senza via di ritorno.
Ma messi alle strette sono sicuro che l’Italia non avrebbe avuto MAI remore a sganciare la bomba su Hiroshima (anzi, direttamente su Tokio, che si faceva prima).