Dietro la strage del treno, milioni di fondi destinati alla sicurezza utilizzati per rinnovare il parco mezzi

Dietro la strage del treno, milioni di fondi destinati alla sicurezza utilizzati per rinnovare il parco mezzi

C’è il video del disastro. I problemi emersi lungo la tratta Torino-Chiavasso-Ivrea sono comuni e interessano tutta l’Italia. Nel 2017, sui quasi 17mila chilometri di rete ferroviaria, si sono verificati 101 incidenti nei quali hanno perso la vita 93 persone

TiscaliNews

E’ una delle linee ferroviarie più vecchie d’Italia quella interessata dall’incidente avvenuto lungo la tratta Torino-Chiavasso-Ivrea e costato la vita a 2 persone, oltre alle altre 20 ferite in maniera più o meno grave. Alcuni la definiscono persino maledetta, perché lungo quel percorso gli incidenti mortali non sono poi così rari. Il 10 giugno del 1992, il primo drammatico scontro… un frontale tra due treni che provocò la morte di sei persone e molti feriti. Secondo le statistiche rese pubbliche sulle pagine de La Stampa soltanto lo scorso anno ci sarebbero state altre 9 vittime ai passaggi a livello. I problemi sulla rete ferroviaria sono dunque noti, tanto che negli anni sono stati stanziati ben 40 milioni di euro che sarebbero serviti a rendere più sicura la tratta.

Dove sono finiti i fondi destinati alla sicurezza?

Quei fondi, indispensabili per la messa in sicurezza di una linea importante, che taglia in due Piemonte e Valle d’Aosta, sono stati dirottati ad Aosta, per comprare nuovi treni bimodali, in grado cioè di funzionare sia a gasolio che con la linea elettrica. E il paradosso, denuncia La Stampa, è che i soldi sono stati spesi, ma “in Valle quelle motrici le stanno ancora aspettando”. I residenti della zona attendono da anni un ammodernamento delle infrastrutture, ma il problema sicurezza diventa tale soltanto quando ci sono nuove sciagure. “Ora che ci sono di nuovo i morti il caso torno attuale”, commenta Mirko Franceschinis, portavoce del Comitato pendolari, l’associazione nata dopo il disastro del 1992. E’ grazie a questo comitato che si riuscì a smilitarizzare la tratta, fino a quel momento gestita dal Genio.

Problemi causati dalla burocrazia

La burocrazia non sembra esser stata tuttavia ancora sconfitta, e l’ultimo incidente ne è un evidente segno. Quel passaggio a livello, spiega Franceschinis, doveva esser soppresso da tempo. Lo stesso dicasi delle 32 barriere disseminate lungo i 30 chilometri che separano le stazioni di Ivrea e Chiavasso: avrebbero dovuto esser un lontano ricordo, eppure sono ancora là, a minacciare i convogli, i pedoni e le auto in transito. In moltissimi punti, infatti, quelle barriere restano sollevate nonostante il passaggio di un treno. Certo, se i fondi da destinare alla sicurezza vengono sistematicamente utilizzati per fare altro la dei disastri ferroviari sarà inevitabilmente destinata ad allungarsi anno dopo anno. Lo scorso anno sono stati avviati i tavoli tecnici tra Regione Piemonte, Anas Comuni interessati e RFI. Le parti avrebbero dovuto discutere sull’eliminazione dei passaggi a livello… ma la burocrazia è riuscita a frantumare qualsiasi barlume di speranza. “Ogni volta c’era un problema – sottolinea Carlo Della Pepa, primo cittadino di Ivrea -. Puntualmente cambiava funzionario o interlocutore in RFI e la giostra ricominciava”.

Nel 2017 ben 101 incidenti ferroviari e 93 morti

Ma il problema riscontrato ora dai residenti della zona sembra esser lo stesso denunciato da tantissimi comuni italiani. Secondo l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, soltanto nel 2017, sui quasi 17mila chilometri di rete gestiti quasi integralmente da RFI, si sono registrati 101 incidenti con 93 morti. Nonostante i numeri importanti la Ansf rivendica si tratti di percentuali estremamente basse. Negli ultimi 10 anni, infatti è morta 1 persona ogni 5 milioni e 438 mila chilometri percorsi da un convoglio. I disastri legati a guasti e cause tecniche si sono invece dimezzati. Ma quei 93 morti in un anno sono un peso enorme. Se i fondi fossero stati utilizzati per l’adeguamento delle infrastrutture, anziché per l’acquisto di nuovi treni, molte di quelle persone probabilmente sarebbero ancora vive.

C’è il video dell’ultimo disastro

Nel frattempo, in merito al recente disastro del Regionale 10027, la polizia ferroviaria ha acquisito per conto della procura di Ivrea i video catturati da diverse telecamere di sorveglianza installate nella zona. Stando a quanto fatto sapere dagli inquirenti nei filmati si intravedono le luci del trasporto eccezionale avvicinarsi al passaggio a livello della ferrovia e poco dopo lo schianto, con un grande bagliore, alcune scintille e i vagoni che ruzzolano nel cortile dell’abitazione come se fosse un treno giocattolo. Poco dopo tre persone escono dall’abitazione “armati” di una torcia che puntano sui finestrini delle carrozze.

Dietro la strage del treno, milioni di fondi destinati alla sicurezza utilizzati per rinnovare il parco mezziultima modifica: 2018-08-26T17:15:06+02:00da ugo565
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