Il diesel è diventato come l’olio di palma, impresentabile.

Il diesel è diventato come l’olio di palma, impresentabile. E si è arreso anche Marchionne

Il boss di Fca non l’aveva capito, ma il mondo sta andando da un’altra parte, voltando le spalle alle auto a gasolio. Va verso la mobilità elettrica, scelta dalla Cina per contrastare un inquinamento ormai insopportabile e anche per acquistare una leadership tecnologica impensabile nei motori endotermici. E scelta dagli Stati Uniti, che hanno cavalcato il Dieselgate per vendicarsi dei produttori tedeschi e dare una spinta ai campioni nazionali, nuovi e vecchi che siano. A cominciare da Tesla e General Motors. E checché ne dica Trump. Il resto lo stanno facendo le amministrazioni delle grandi città, che hanno dichiarato guerra alle polveri sottili emesse dalle auto a gasolio

Sergio Marchionne
Sergio Marchionne

All’improvviso il diesel è diventato come l’olio di palma: impresentabile. E anche i suoi più strenui difensori, tra cui il capo di FCA Sergio Marchionne, si preparano alla resa. Non capiscono, ma si adeguano. Il boss di Fiat-Chrysler lo farà a giugno, quando presenterà il piano 2018-2022. Allora saranno passati solo otto mesi da quando, all’Università di Rovereto, il manager italo-canadese se ne uscì con un’improvvida dichiarazione sull’auto elettrica come “un pericolo per l’umanità”, una delle topiche per chi in 15 anni ha sempre saputo cavalcare i cavalli giusti. Marchionne questa volta non l’aveva capito, ma il mondo sta andando da un’altra parte, voltando le spalle alle auto a gasolio.

La guerra dei “nuovi” motori

Va verso la mobilità elettrica, scelta dalla Cina per contrastare un inquinamento ormai insopportabile e anche per acquistare una leadership tecnologica impensabile nei motori endotermici. E scelta dagli Stati Uniti, che hanno cavalcato il Dieselgate per vendicarsi dei produttori tedeschi e dare una spinta ai campioni nazionali, nuovi e vecchi che siano. A cominciare da Tesla e General Motors. E checché ne dica Trump. Il resto lo stanno facendo le amministrazioni delle grandi città, che hanno dichiarato guerra alle polveri sottili emesse dalle auto a gasolio, e i Paesi che hanno cominciato a fissare una data di scadenza per la vendita dei Diesel, manco fossero uno yogurt. L’Italia, sempre attenta a non disturbare il produttore nazionale (che ormai nazionale non è più), ha fissato questa data al comodo 2040, data che lascia 22 anni per ripensarci. Non si sa mai.

Italia, fuori da questo mondo

Il risultato è che mentre in tutta l’Europa le vendite di auto a gasolio calano (ormai siamo al 43%), in Italia si veleggia ancora ben al di sopra del 50%. Nessuno dice ai nostri connazionali che quando si troveranno a rivendere le auto acquistate oggi, tra sette-otto anni, potrebbero trovarsi con un pugno di mosche in mano, dato che il valore dell’usato sta scendendo con una velocità impressionante. Questo anche per il ‘tradimento’ di chi fino a ieri ha fatto del diesel una religione. Ad una ad una le Case annunciano di volersene liberare e tra queste cominciano a comparire le tedesche, a partire dalla più blasonata, la Porsche. Ma presto probabilmente seguirà a ruota la Mercedes, che da qualche giorno si ritrova come primo azionista un campione dell’elettrico, ovvero il gruppo cinese Geely. Infine, un’ultima annotazione sull’Italia: non vorremmo che da un eccesso di scetticismo sull’auto elettrica si passasse a un eccesso di entusiasmo, che potrebbe portare a dannose delusioni.

Tutti i limiti dell’elettrico

Il progresso di questi veicoli è evidente (una Casa tedesca ha smontato, provato e riprovato il nuovo Model 3 di Tesla, rimanendone basita), ma ancora paghiamo un deficit di infrastrutture di ricarica evidente. Solo l’Enel si sta muovendo con decisione, nel disinteresse di molte amministrazione, dei gestori di grandi infrastrutture come le autostrade, di molte utilities locali dell’energia e dello stesso Governo, tutto votato alla scelta del gas. Ora serve una svolta, ma senza promettere miracoli che non sono dietro l’angolo. La cosa più intelligente da fare, nell’immediato, sarebbe incentivare il passaggio all’elettrico dei mezzi che percorrono molti km. nei centri urbani: taxi, bus, car sharing, furgoncini per la consegna merci…E nel medio periodo costruire anche in Italia una rete di ricarica decente. Ce lo dirà anche Marchionne, a giugno.

Il diesel è diventato come l’olio di palma, impresentabile.ultima modifica: 2018-03-06T18:12:42+01:00da ugo565
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