Bergoglio va alla guerra dello Ior

Bergoglio va alla guerra dello Ior: l’ex presidente della banca vaticana sotto processo

Il papa vuole azzerare i precedenti vertici, inseguiti da ombre, sospetti, malaffare e inchieste. In ballo c’è un danno da 50 milioni di euro. E molti rapporti bancari e politici da scoperchiare

Papa Francesco e Angelo Caloia, ex presidente dello Ior
Papa Francesco e Angelo Caloia, ex presidente dello Ior

Punto e a capo. Senza guardare in faccia a nessuno. La resa dei conti (pieni di ombre che imbarazzano la Chiesa) nello Ior prosegue e arriva fino al processo. Papa Bergoglio, già incalzato dallo scandalo dei sacerdoti pedofili, ha intenzione di chiudere in maniera esemplare la vicenda della banca vaticana, inaugurando una nuova era. Perché questo accada è necessario che cadano delle teste. A giudizio va Angelo Caloia, presidente per vent’anni dell’Istituto opere religiose, accusato di peculato e autoriciclaggio. In ballo c’è un danno patrimoniale stimato in 50 milioni di euro, risultato di operazioni di dismissione di parte del patrimonio della banca compiute dal 2001 al 2008.

La nota che cambia tutto

I più maliziosi sussurrano che questa voluta da Bergoglio è solo un’operazione di maquillage mediatico. Levare un personaggio eccellente e scomodo per dare un’impressione di rinnovamento, per aspettare poi il calmarsi delle acque e non far scoperchiare ulteriori magagne interne allo Ior. Sia come sia, è comunque eclatante la decisione di permettere che gli affari finanziari vaticani finiscano ufficialmente in un tribunale, e non un tribunale interno alla Chiesa. Non solo, la nota diffusa dallo stesso Ior conferma la volontà di “una governance forte e trasparente nel rispetto dei più rigorosi standard internazionali” e lo stesso istituto si costituisce parte civile per chiedere danni a chi là dentro ha comandato per un ventennio.

Il processo che spaventa le banche

Il rinvio a giudizio di Angelo Caloia può scoperchiare le dinamiche di altri complessi e delicati rapporti bancari. Caloia era infatti fino al 2014 vicepresidente di Fideuram, istituto della galassia Intesasanpaolo, e consigliere di amministrazione del Banco di Napoli. Presiedeva Sifred, fiduciaria del colosso bancario, presiedeva Société Européenne de Banque Sa, che dal Lussemburgo si occupa di gestione dei patrimoni. Caloia era in ottimi rapporti sia con Giovanni Bazoli, grande vecchio della finanza vicina alle sfere cattoliche, sia con Romano Prodi, per ragioni di trascorsi politici e accademici. A loro volta, Bazoli e Prodi sono da sempre in eccellenti rapporti. Il processo a Caloia somiglia sempre di più a una resa dei conti con cui Bergoglio vuole ridefinire da capo la gestione della banca vaticana.

Bergoglio va alla guerra dello Iorultima modifica: 2018-03-06T17:53:53+01:00da ugo565
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