Quello che i nostri bambini devono sapere sui robot per imparare ad accettarli

Quello che i nostri bambini devono sapere sui robot per imparare ad accettarli

Uno dei più grandi scienziati italiani ha fatto chiarezza sugli interrogativi che i più piccoli potrebbero porsi sugli umanoidi

Quello che i nostri bambini devono sapere sui robot per imparare ad accettarli

iCub, robot italiano intelligente sviluppato dall’Istituto Italiano di Tecnologia
di Michael Pontrelli   –   Twitter: @micpontrelli

Uno scienziato esperto di robotica come spiegherebbe l’avvento degli umanoidi ad un figlio di pochi anni? Questo affascinante esperimento è stato fatto dal Corriere della Sera che si è rivolto a Giorgio Mietta, uno dei massimi esperti italiani della materia, vicedirettore dell’IIT (Istituto Italiano di Tecnologia) di Genova. Un intervento necessario per chiarire i tanti dubbi che sta ponendo la diffusione dei robot umanoidi e dell’intelligenza artificiale.

Negli ultimi anni i progressi sono stati davvero notevoli. Le macchine hanno assunto sembianze umane, possono camminare, parlare e perfino riconoscere oggetti e persone. Sono dotati di intelligenza artificiale e in tanti cominciano ad avere paura di loro. Rispondere alle domande che un bambino potrebbe porre può però aiutare a cancellare false credenze e ad avere una visione più chiara del fenomeno.

Possono fare male agli uomini?

Sembrerà strano ma la legge più importante della robotica è stata creata da un romanziere, il grande Isaac Asimov. E’ la prima delle tre leggi sulla robotica afferma che “un robot non può recare danno ad un essere umano“. Questo è il principio che ispira la progettazione di tutte le macchine. “Per realizzare la prima legge di Asimov – ha spiegato Mietta – il robot deve poter disporre di un cervello elettronico ovvero di un insieme di applicazioni che gli consentono di vedere, sentire, camminare, toccare”. E proprio quest’ultima funzione, il tatto è la più importante per la sicurezza degli uomini perché “dà ai robot la consapevolezza delle proprie azioni e dei propri errori”.

Possono imparare come gli uomini?

I robot possono imparare ma gli insegnanti sono sempre uomini che “devono essere pazienti con loro” ha spiegato il grande robotista italiano “perché a differenza dei bambini imparano lentamente. Anche per apprendere le cose più semplici devono vederle tantissime volte, ripetutamente per settimane”. “Per il momento – ha proseguito – ci accontentiamo di imitare alcune capacità dell’uomo. Per arrivare ai robot della fantascienza c’è ancora tanta strada da fare”.

Walk man, altro robot sviluppato dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova

Hanno bisogno della stessa energia di un uomo?

“Gli esseri umani pur avendo centinaia di miliardi di neuroni nel cervello consumano poca energia. Un bambino con un pezzo di cioccolato puà andare avanti un giorno intero senza stancarsi”. “I circuiti che fanno funzionare i robot hanno invece ancora bisogno di molta energia e questo è un problema per l’ambiente” ha spiegato Mietta. Prima che possano essere simili agli uomini “passerà ancora molto tempo”.

Prenderanno il posto degli uomini?

I robot non prenderanno il nostro posto. “Potranno sostituirci nei lavori di precisione, in quelli ripetitivi e in quelli pericolosi” ma “ci sarà sempre bisogno degli uomini nelle attività che richiedono creatività, empatia, innovazione” che sono “cose uniche dell’essere umano”. Per lo scienziato italiano lo scenario più probabile è che “le macchine ci faranno lavorare meglio e noi ci sentiremo a nostro agio con loro”.

Quello che i nostri bambini devono sapere sui robot per imparare ad accettarliultima modifica: 2017-10-02T13:27:06+02:00da ugo565
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