“Il Papa sbaglia a perdonare i peccati sessuali”

“Il Papa sbaglia a perdonare i peccati sessuali”. Ecco chi sono i nemici in Vaticano di Francesco e perché lo accusano

Francesco è reo di aver permesso che “la Chiesa dovrebbe talvolta accettare l’adulterio in quanto compatibile con l’essere cattolici praticanti”. Francesco chiede invece di mai emarginare le persone ma di integrarle nonostante le debolezze, si può capire la distanza incolmabile tra le due posizioni. Gli estensori del nuovo documento vogliono dare la sensazione di rappresentare un dissenso molto più vasto dei firmatari scrivendo che rappresenta altri che “non hanno la necessaria libertà di parlare”

Papa Francesco
Papa Francesco

Assaggi dell’attacco a Francesco si erano avuti da presto dopo la sua elezione avvenuta nel 2013. La Chiesa viveva ancora nel trauma della rinuncia di Benedetto che aveva provocato un terremoto nella coscienza intorpidita dei fedeli e di buona parte dele istituzioni che non accennavano alla voglia di cambiare. Francesco da subito aveva chiarito che la strada del cambiamento sarebbe stata la sua strada rovesciando l’ordine dei fattori fino ad allora imperanti. Non più l’istituzione ecclesiastica e neppure la Curia romana al centro, ma la persona dei singoli fedeli, il riconoscimento e la difesa della loro dignità di figli di Dio a cominciare dai poveri e dagli esclusi.

Sessantatre alti prelati e docenti contro la linea di Bergoglio

Ora le cose si sono fatte più chiare, nonostante tanti aspetti torbidi portati avanti nell’ombra verranno portati ancor più alla luce. Il segnale di una vera strategia  di resistenza alle riforme che contano è venuta ieri con la pubblicazione di una lettera, firmata – per ora – da 63 ecclesiastici e docenti tradizionalisti di 20 Paesi nella quale si chiede formalmente al Papa di fare pubblica ammenda di almeno 7 eresie contenute nella esortazione Amoris Laetitia. La lettera porta la data del 16 luglio ma è stata spedita l’11 agosto con la richiesta di una risposta. A un mese di distanza, non avendo ottenuto risposta, i suoi estensori hanno ritenuto di rendere pubblico il contenuto dello scritto in latino, inviato al Papa con il titolo “Correzione filiale in ragione della propagazione di eresie”. In pratica si dichiara che Francesco in Amoris Laetitia ha sostenuto 7 proposizioni eretiche riguardanti la vita morale, il matrimonio e la recezione dei sacramenti. Ben 17 pagine con un’aggiunta di 8 pagine di puntigliose note teologiche per un totale di 25. In apparente umiltà i firmatari fanno la lezione al Papa sulla verità cattolica, gli ricordano il catechismo della vera morale cristiana sulla sessualità che resta un vero incubo quando viene pensata fuori dalle maglie rigide del matrimonio.

L’errore del’adulterio accettato come praticabile

Francesco è reo di aver permesso che “la Chiesa dovrebbe talvolta accettare l’adulterio in quanto compatibile con l’essere cattolici praticanti”. Inaccettabile per i firmatari che chiedono una pubblica condanna di queste eresie. Si pensa a un papa pentito di errori commessi forse in buona fede. In questo modo gli autori dello scritto pensano di ripristinare il primato della legge e della disciplina sulla persona dei fedeli  e riportare le cose nell’ordine di sempre sconvolto dal modernismo di Francesco e dalla sua “simpatia senza precedenti” per l’eretico Martin Lutero. Secondo i firmatari della lettera “l’autentico magistero papale soffre di una ferita che potrebbe non rimarginarsi presto”. La lotta potrebbe durare a lungo. Si potrebbe pensare che questo scontro sia una riproposizione in forma analoga dello scontro innescato nella Chiesa cattolica con il concilio Vaticano II. Un contrasto che, nonostante enormi sforzi, appare tuttora insanabile tra i cultori della tradizione intesa come immobilità delle formule cui bisogna attenersi e coloro che intendo la tradizione come patrimonio dottrinale compreso nell’evoluzione del tempo per garantire libera e cosciente adesione alla fede in Gesù dei Vangeli.

Dalle torture all’eccesso di perdono

Se si pensa che nel passato si è giunti a torturare e uccidere le persone per difendere la purezza astratta della dottrina e che invece Francesco chiede –sull’esempio della misericordia di Dio – di mai emarginare le persone ma di integrarle nonostante le debolezze, si può capire la distanza incolmabile tra le due posizioni. Tanto più che la lettera si richiama ai dubia che hanno spinto alcuni cardinali a scrivere già nei mesi passati al papa una lettera rimasta senza risposta. Gli estensori del nuovo documento  vogliono dare la sensazione di rappresentare un dissenso molto più vasto dei firmatari scrivendo che rappresenta altri che “non hanno la necessaria libertà di parlare”. Chiaro riferimento che tanti possibili firmatari si trovano nelle istituzioni ecclesiastiche.

Chi ha davvero compreso il Vangelo?

Che il nodo del contenzioso sia proprio sul discernimento, ossia sul modo di comprendere nel nostro tempo il Vangelo lo si comprende anche da un prezioso volumetto pubblicato di recente dal vescovo Marcello Semeraro, docente di teologia per tanti anni prima di diventare vescovo ad Albano. “L’occhio e la lampada” è il titolo del volumetto che si propone di comprendere dall’interno le dinamiche dell’Amoris Laetitia diventato motivo di preoccupazione e contestazione degli ambienti cattolici tradizionalisti. Semeraro dimostra invece la continuità del magistero di Francesco con la dottrina cattolica. Proprio in ossequio a tale dottrina la pastorale matrimoniale e familiare deve essere aggiornata per rispondere alla domanda dell’uomo contemporaneo. Il problema che ci si deve porre è: come manifestare oggi il Dio di Gesù Cristo che è un Dio di amore e misericordia?

La resistenza sui soldi della Curia romana

Mentre si svolge e prende forma il contrasto radicale a livello teologico nei confronti di Francesco, si muove la resistenza alle riforme concrete che il papa vuole portare a cominciare dalla Curia romana. E qui –in forme non meno sottili – si svolge un capitolo nuovo della resistenza al cambiamento. Una resistenza non fatta di sofisticati distinguo teologici ma di roba che gira intorno ai soldi, agli interessi, al potere che nascono in ogni realtà umana. Difficile meravigliarsi di ciò che può venire fuori da questo confronto se si pensa che sono quasi quaranta anni che in Vaticano sono iniziate le riforme delle finanze e che ancora non si è venuti a capo definitivamente della questione. Da una parte la teologia e dall’altra il denaro a sostenersi l’un l’altro. In corso c’è una bella e difficile battaglia.

“Il Papa sbaglia a perdonare i peccati sessuali”ultima modifica: 2017-10-02T18:43:32+02:00da ugo565
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