San Pietroburgo, attentato nella metro: morti

San Pietroburgo, attentato nella metro: morti

Quattordici vittime e 47 feriti. Due stazioni coinvolte. Putin poco lontano dalla città: “Ipotesi terrorismo”. Metropolitana chiusa. Caccia a due responsabili. Un sospetto si è consegnato: “Estraneo ai fatti”. Ma i media: un solo kamikaze

Aggiornamento: San Pietroburgo, pista Isis. “Kamikaze kirghiso dietro l’attentato”

Ultimo aggiornamento: 4 aprile 2017
San Pietroburgo, attentato in metropolitana

Mosca, 3 aprile 2017 – Una bomba è stata fatta esplodere nella linea blu della metropolitana di San Pietroburgo. Stando all’ultimo bilancio del ministero della Salute sono morte 11 persone (14 secondo i media russi) e 45 (di cui 42 gravi) sono rimaste ferite. Tra quest’ultime ci sono anche bambini. Nel sottosuolo della seconda città russa si è scatenato l’inferno: le primi immagini hanno mostrato un vagone sventrato avvolto in una coltre di fumo e i corpi stesi sulle banchine con i passeggeri che fuggono verso le uscite. L’ordigno esploso conteneva 200 grammi di tritolo, avvolti da cuscinetti a sfera e chiodi per trasformali in letali proiettili, era nascosto in una valigetta abbandonata sulla carrozza. Ben cinque volte più potente la bomba, dissimulata come un estintore, disinnescata in tempo dagli artificieri in una seconda stazione. All’interno c’era ben 1 chilogrammo di Tnt con lo stesso letale mix di chiodi e biglie di ferro.

Aggiornamento: San Pietroburgo, pista Isis. “Kamikaze kirghiso dietro l’attentato”

La deflagrazione è avvenuta tra la fermata di Sennaya e quella del Tekhnologichesky Institut. Per questo il fumo ha avvolto entrambe le stazioni. Tutte le stazioni della metropolitana sono state chiuse. L’ordigno inesploso (nella foto) è stato rinvenuto nella stazione di Ploshchad Vosstaniya.

PRESUNTO ATTENTATORE SI CONSEGNA: NON SONO IO – L’uomo la cui immagine era stata diffusa dai media russi come quella di un presunto responsabile dell’esplosione nella metropolitana di San Pietroburgo, si è presentato alle autorità e ha dichiarato di essere estraneo ai fatti. Lo ha fatto sapere l’agenzia Interfax, citando una propria fonte. Lui è l’uomo che compariva in alcuni fermi immagine, che i media descrivevano come provenienti dalle telecamere di sorveglianza.

La polizia starebbe cercando due persone. “Uno di loro è colui che ha messo l’ordigno esploso nel vagone del treno, l’altro quello che ha lasciato la bomba alla stazione Ploschad Vosstaniya”, ha detto la fonte.

CACCIA ALL’UOMO- Le immagini del secondo Channel 1 israeliano, che cita fonti di polizia russe, mostrano un giovane con gli occhiali, un cappello di lana blu e un parka rosso: si tratterebbe del secondo sospetto per l’attentato di San Pietroburgo cui sta dando la caccia la polizia.

UNO ERA UN KAMIKAZE – Il Comitato Investigativo russo sospetta che l’ordigno che ha devastato il vagone della linea blu possa essere stato attivato da un kamikaze. Lo riporta Interfax che cita una fonte delle forze dell’ordine. Quindi un attacco suicida è tra le ipotesi degli inquirenti.

MEDIA: UN SOLO KAMIKAZE – A provocare l’esplosione a San Pietroburgo sarebbe stato un solo kamikaze che si è fatto esplodere nella metro. Secondo il portale Fontanka, sarebbe il 22enne Maxim Arishev, originario del Kazakhstan l’attentatore suicida. Una fonte delle forze dell’ordine, sentita da Interfax, avrebbe dichiarato che c’è un “unico responsabile” dell’attentato: prima ha lasciato l’ordigno (inesploso) alla stazione di Ploshchad Vosstaniya e poi è salito sul treno della linea blu e si è fatto esplodere.

VIDEO Fiori per le vittime dell’attacco

PUTIN e MEDVEDEV – “Le piste sono quelle dell’incidente, della criminalità e, anzi tutto, del terrorismo“, ha spiegato il presidente Vladimir Putin. Il capo del Cremlino, al momento dell’attentato, era appena intervenuto poco distante a un convegno sui media e successivamente avrebbe dovuto incontrare il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko. Quello di San Pietroburgo è stato un attentato terroristico, è sicuro il premier russo Dmitri Medvedev. “I feriti nell’attentato terroristico avranno tutta l’assistenza necessaria”, ha scritto il premier in un post su Facebook: “Le mie condoglianze ai parenti delle vittime, il nostro è un dolore condiviso”.

LE INDAGINI – La procura generale russa parla di “attentato“. Anche il comitato degli inquirenti (una sorta di Fbi russa) che sta seguendo le indagini conferma che si tratta di terrorismo ma ha specificato che intende anche prendere in considerazione altre piste. La dichiarazione è in linea con l’estrema prudenza finora dimostrata da tutte le autorità che hanno scrupolosamente evitato di attribuire una matrice all’attentato. L’incertezza è anche acuita dall’assenza di una rivendicazione di qualsiasi tipo da parte dei ‘soliti sospetti’ quando si verificano attentati in Russia: ribelli ceceni o del Daghestan o anche Isis che potrebbe aver tentato di compiere un attacco nel cuore della Russia. Se così fosse sarebbe un colpo grosso perché altamente simbolico: avviane nel giorno in cui è nella ‘sua’ città il presidente Vladimir Putin, che dal 30 settembre 2015 ha schierato le sue truppe in Siria al fianco di quelle del regime di Damasco sovvertendo l’esito del conflitto, che Isis sul terreno sta perdendo anche se la sua capacità di colpire all’estero non risulta indebolita in alcun modo. A san Pietroburgo sono stati dichiarati tre giorni di lutto.

I PRECEDENTI – La strage arriva a poco più di un anno dall’attentato alla metropolitana di Bruxelles del 22 marzo 2016: anche in quel caso la bomba esplose su un convoglio in viaggio tra due stazioni, Malbeek e Schuman, causando una ventina di morti. San Pietroburgo era finita indirettamente nel mirino cinque mesi prima, nell’ottobre 2015, in quanto era la destinazione dell’aereo russo della Metrojet precipitato con 224 persone a bordo a causa di una bomba esplosa dopo il decollo da Sharm-el-Sheikh, in Egitto. Negli ultimi anni la Russia è stata il bersaglio di numerosi attentati da parte di militanti ceceni: nel marzo 2010 almeno 38 persone morirono nell’attacco di due donne kamikaze nella metropolitana di Mosca. Nel 2004 oltre 330 persone, per più di metà bambini, morirono nel massacro nella scuola di Beslan. Nel 2002 la polizia fece irruzione in un teatro di Mosca per porre fine al sequestro degli spettatori e il bilancio finale fu di 120 ostaggi uccisi. Quando era premier, nel 1999, lanciò una campagna contro i separatisti islamici in Cecenia e da presidente ha continuato a combatterli. La metropolitana di San Pietroburgo, costruita nel 1955 e seconda solo a quella di Mosca, è visitata anche come meta turistica perché alcune stazioni sono tra le più belle al mondo.

San Pietroburgo, attentato nella metro: mortiultima modifica: 2017-04-05T11:48:02+02:00da ugo565
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