Spaccio e rapine, operazione contro ultras dell’Atalanta: indagato anche il figlio del procuratore di Brescia
La vicenda ha creato imbarazzo per il ruolo del padre del ragazzo coinvolto nella maxi inchiesta antidroga. Buonanno è infatti a capo della Procura che si occupa della Direzione distrettuale antimafia sotto cui ricadono anche gli uffici giudiziari di Bergamo. Prima di arrivare a Brescia, quando era ancora procuratore di Lecco, figurava tra gli indagati di un’inchiesta condotta dai colleghi bresciani su una comunità di recupero per tossicodipendenti, la ultracattolica Shalom di Palazzolo sull’Oglio. L’accusa per il magistrato era di sequestro di persona nei confronti del figlio Gianmarco, che sarebbe stato trattenuto per tre anni nella struttura contro la sua volontà: un fascicolo poi archiviato su richiesta del procuratore aggiunto Sandro Raimondi il 9 maggio 2013, poche settimane prima della nomina di Buonanno a capo della procura bresciana.
Nel giugno del 2016 il Csm aveva aperto un procedimento nei confronti del procuratore Buonanno, in seguito al trasferimento di 9 pm, inclusi i due magistrati che sostenevano l’accusa nel processo Shalom, i pm Francesco Piantoni e Leonardo Lesti. Su richiesta del consigliere Nicola Clivio, la Prima commissione ha avviato un’istruttoria per accertare se “una così significativa defezione sia dovuta al casuale convergere di scelte personali dei magistrati, ovvero se criticità strutturali e ambientali abbiano in qualche misura determinato o favorito il fenomeno”. Ora la misura cautelare sul figlio del procuratore, su richiesta di un ufficio del suo stesso distretto, potrebbe portare a una nuova segnalazione al Csm, questa volta da parte della Procura generale di Brescia.