Tra le vittime dell’attacco di Berlino c’è l’italiana Fabrizia di Lorenzo.

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La drammatica notizia arrivata stamani dal Ministro degli Esteri Alfano. Il cordoglio di Mattarella: “Grande dolore”. L’Italia ricorda la sua concittadina. Intanto continua la ricerca del presunto terrorista, che era stato per quattro anni in carcere a Palermo. La polizia: “È armato e pericoloso”. E oggi ha riaperto il mercato di Berlino teatro della strage

Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Angelino Alfano, ha confermato che tra le vittime dell’attacco di Berlino c’è l’italiana Fabrizia di Lorenzo. “La magistratura tedesca, così come ha comunicato il ministero degli Affari Esteri della Germania, ha esaurito le verifiche necessarie e purtroppo, ormai, c’è la certezza che, fra le vittime, c’è l’italiana Fabrizia Di Lorenzo. Sono affettuosamente vicino alla famiglia e ai suoi cari, condividendone l’immenso dolore”, fa sapere il ministro in una nota.

 

Mattarella: “Grande dolore”
Parole di cordoglio arrivano dalle più alte cariche politiche. “La notizia della identificazione di Fabrizia Di Lorenzo tra le vittime della strage di Berlino conferma i peggiori timori dei giorni scorsi. Il dolore per la sua morte è grande. Ancora una volta una nostra giovane connazionale rimane, all’estero, vittima della insensata ed esecrabile violenza del terrorismo. Esprimo ai genitori e al fratello di Fabrizia la solidarietà e la vicinanza di tutto il nostro Paese” afferma in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Caccia al tunisino
Intanto è caccia al 24enne tunisino ritenuto responsabile dell’attentato che ha colpito il mercato di Natale a Berlino, facendo 12 morti e 48 feriti. Secondo le indiscrezioni, alcune fonti vicine alla polizia avrebbero rivelato che l’attacco sarebbe stato “pianificato per mesi”. L’attività investigativa procede in tutta la Germania con diversi blitz della polizia e delle forze speciali, uno nel campo profughi di Emmerich, in Nord Reno-Westfalia, in alcuni appartamenti di Dortumund e, nella notte, a Berlino, dove sono stati perquisiti tre appartamenti nei quartieri di Kreuzberg, Moabit e Prenzlauer Berg. Nel corso delle perquisizioni quattro persone sono state fermate, anche se la procura ha poi smentito legami dei fermati con Anis Amri e i 4 sono stati poi rilasciati.

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Le impronte di Amri sul tir
Le impronte di Anis Amri sono state rinvenute dalla polizia sulla portiera del tir – lato guidatore – utilizzato per la strage. In seguito all’attentato rivendicato dall’Isis, contro Amri è stato emesso un mandato di cattura in tutta Europa fra l’altro perché nella cabina di guida del tir, sotto il sedile, sono stati trovati in maniera quasi incredibile suoi documenti. La polizia ha avvertito la popolazione che l’uomo, che avrebbe usato almeno “sei diversi nomi e tre diverse nazionalità”, è da considerarsi “armato e pericoloso”. Per attirare segnalazioni, la polizia federale tedesca ha promesso una taglia che arriva fino da 100 mila euro. Inoltre è emerso che Anis Amri era già stato indagato dalle autorità del Nordreno-vestfalia per il sospetto di preparare un grave reato contro lo Statto, mentre lo Spiegel online sottolinea che il presunto killer “era stato rinchiuso per due giorni nel carcere di Ravensburg” dopo che “il 30 luglio era stato fermato a Friedrichshafen per un controllo” ma “due giorni dopo era stato però rilasciato”.

 

Quattro anni in carcere in Italia
Il presunto attentatore era noto alle autorità italiane e, come anticipato da Sky TG24, avrebbe eluso l’espulsione. Il giovane è arrivato solo su un barcone in Italia quando ancora era minorenne nel febbraio 2011, in mezzo a migliaia di tunisini che in quei mesi lasciarono il paese in seguito allo scoppio della primavera araba. In seguito a vari reati, ha trascorso quattro anni nel carcere dell’Ucciardone a Palermo. Proprio qui potrebbe essersi radicalizzato secondo quanto ha detto alla Bild Abdelkader Amri, uno dei suoi fratelli rintracciato in Tunisia. “Se sarà provato che era coinvolto, non farà più parte della nostra famiglia”, ha aggiunto.

 

Sorvegliato in Germania
Dopo aver scontato la pena, nella primavera 2015 ha ricevuto un provvedimento di espulsione che non è andato a buon fine: le autorità tunisine non hanno eseguito la procedura di riconoscimento nei tempi previsti dalla legge. Amri ha quindi lasciato l’Italia per andare Germania. Qui, tollerato come profugo cui era stata respinta la domanda di asilo, era stato fermato per due giorni l’estate scorsa e sorvegliato per mesi perché sospettato di preparare un attentato. Solo nelle ultime ore, non si sa se per caso o per tardiva solerzia, sono arrivati da Tunisi i documenti attesi per l’espulsione.

Riaperto il mercatino
Intanto ha riaperto il mercatino di Natale di Breitscheidplatz, ai piedi della Gedaechtniskirche a Berlino ovest, teatro della strage. Una voglia di normalità che però non dimentica quanto è successo lunedì, con luminare ed eventi musicali vietati in segno di rispetto per le vittime. Vuota l’area del mercato in cui il camion ha falciato i visitatori.

Tra le vittime dell’attacco di Berlino c’è l’italiana Fabrizia di Lorenzo.ultima modifica: 2017-01-02T10:50:06+01:00da ugo565
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