Il destino crudele della Chapecoense

Fra morte e macerie il difensore Alan Ruschel, con un’anca semi rotta e ferito, ha abbracciato i vigili del fuoco e gli operatori di soccorso chiedendogli di ritrovare il suo anello nuziale, di dire alla moglie che lui era ancora vivo. Dettagli di luce in una tragedia buia e terribile, quella dell’aereo British Aerospace 146 operato dalla LAMIA che ospitava per lo più giocatori, staff, tifosi e membri della squadra di calcio brasiliana Chapecoense, precipitato sulle alture colombiane intorno a Medellin forse per un guasto elettrico. Quando è caduto, era a 5 minuti dall’atterraggio in pista a Medellin.

Di 81 persone a bordo, circa la metà composta dalla squadra, soltanto in cinque sono sopravvissuti (si parla di un sesto ma si attendono conferme): il 27enne Alan Ruschel, il portiere Jakson Follmann, Helio Zampier Neto, una persona di cui non si conosce al momento il nome e la hostess Jimena Suárez. Tutti gli altri, secondo le autorità che hanno sospeso le ricerche per forti piogge e maltempo, sarebbero morti. In tutto 76 vittime.

VIDEO – La squadra Chapecoense al check-in prima della partenza

La storia della Chapecoense è una favola con un destino crudele. Sette anni fa, nel 2009, questa squadra di una cittadina industriale brasiliana con poco più di 200mila abitanti giocava nell’equivalente della nostra serie D. Una scalata memorabile l’ha portata fino alla prima divisione nel 2014 e per la prima volta, quest’anno, a giocarsi un titolo importante come la Copa Sudamericana, pari alla nostra Europa League. Era la loro prima finale. Mercoledì dovevano affrontare nella finale di andata l’Atletico Nacional di Medellin, fra i tifosi, alcuni dei quali su quel maledetto aereo, si respirava un’aria di giubilo e speranza mai vista prima, nonostante la Chapecoense fosse al momento nona in classifica.

Il video dall’aereo prima dell’incidente. Machado: “Si parte”

La squadra si era imbarcata ieri e inizialmente avrebbe dovuto volare dal Brasile alla Colombia con un charter: le autorità brasiliane hanno però negato i piani di volo. Così la scelta è ricaduta sul 146, lo stesso aereo che utilizzò l’Argentina di Leo Messi per l’ultimo suo match giocato in Brasile. Il nuovo piano di volo prevedeva la tratta San Paolo-scalo a Santa Cruz in Bolivia e successivo arrivo a Medellin.
Ma intorno alle 21.30 ora locale, probabilmente per un guasto elettrico o forse una perdita di carburante, l’aereo è scomparso dai radar. Un’ora dopo è precipitato vicino a La Ceja tentando un atterraggio di emergenza in Colombia. I familiari delle vittime e tutta la citta di Chapeco, nel religiossisimo Stato di Santa Caterina, hanno cominciato a pregare. Preghiere purtroppo vane per la maggior parte delle persone.

Il destino crudele della Chapecoenseultima modifica: 2016-12-31T17:09:15+01:00da ugo565
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