Tragedia nel mare di Grosseto: disposta l’autopsia e accertamenti sulle bombole dei 3 sub morti

Tragedia nel mare di Grosseto: disposta l’autopsia e accertamenti sulle bombole dei 3 sub morti

L’autopsia ma anche accertamenti tecnici sull’attrezzatura da sub: è quanto disposto dal sostituto procuratore di Grosseto Stefano Pizza che coordina le indagini sul decesso, avvenuto ieri alle isole Formiche, di tre sub, Fabio Giaimo, 57 anni, Gianluca Trevani, 35, e Enrico Cioli, 37, residenti a Perugia e a Bastia Umbra. Un primo esame delle salme è in corso all’obitorio di Grosseto: presenti, insieme ai medici legali, anche lo stesso magistrato oltre a personale della Capitaneria di porto. Non chiaro se l’autopsia si svolgerà già in giornata. Gli accertamenti sulle bombole da sub sono stati disposti per capire se la morte possa essere stata eventualmente causata da un mal funzionamento dell’attrezzatura.
Una vera tragedia quella che ha colpito i tre sub. Tutti appassionati del mare, tutti sommozzatori esperti: è la caratteristica che univa Fabio Giaimo, Gianluca Trevani ed Enrico Cioli morti domenica agli scogli delle Formiche. Giaimo era giunto in moto a Talamone da dove è poi partita l’escursione. Medico anestesista-rianimatore all’ospedale di Castiglione del Lago, per uno dei suoi amici era “il doc”. Sub esperto con un centinaio di immersioni alle spalle aveva appena conseguito il brevetto da istruttore ed era collaboratore del club subacqueo Thalassa di Perugia. Chi lo conosce ne parla come di una persona attenta, che si muoveva sempre “in sicurezza”. Scrupoloso anche nel curare il suo fisico e impegnato nel sociale con gli Amici del Malawi. Sposato con una anestesista-rianimatore dell’ospedale di Perugia, fratello di una funzionaria della Regione Umbria, sul suo profilo Facebook ha pubblicato numerose immagini di immersioni passate. Ma anche della consegna dei dei brevetti del corso di istruttore subacqueo. Subito dopo l’immersione, Giaimo sarebbe dovuto rientrare a casa a Perugia. L’attendeva infatti il turno di notte all’ospedale di Castiglione del Lago.
Uniti dalla passione per il mare – Lavorava con il padre tappezziere a Bastia Umbra invece Enrico Cioli, 37 anni. Anche lui sul suo profilo Fb in muta. Da solo e con gli amici. Sullo sfondo le palme di Marsa Alam. Ma anche l’immagine di una frase ripresa forse da un giornale. Con scritto: “vietato dire ‘non ce la faccio'”. Di Bastia Umbra era anche Trevani. Tecnico informatico e istruttore di nuoto. Pure lui appassionato del mare. E responsabile di una ditta con l’hobby delle immersioni è il sub dimesso dopo poche ore di ricovero all’ospedale di Orbetello. Istruttore del club Thalassa, sul suo profilo Fb aveva pubblicato una foto delle Formiche per pubblicizzare l’uscita di domenica.
Un testimone: medico stava male, si dava pugni sul petto – Stava risalendo, quando ha visto un suo compagno di immersione, il medico perugino Fabio Giaimo, 57 anni, battersi un pugno sul petto, come chi stia avendo un malore. Così lo ha raggiunto e lo ha aiutato a tornare a galla, ma l’altro è morto. E’ quanto raccontato da uno dei compagni di immersione dei tre sub deceduti a largo di Grosseto. Gli investigatori stanno cercando di capire come siano morti gli altri due, Gianluca Trevani, 35, e Enrico Cioli, 37, entrambi di Bastia Umbra.
Molte le domande ancora senza una risposta – Il testimone che ha aiutato Giaimo – e che non ha accusato alcun malore – al momento non avrebbe fornito una risposta certa all’interrogativo degli investigatori: sono morti entrambi perché sono riemersi troppo rapidamente per soccorrere anche loro Giaimo? O magari perché presi dal panico? In mancanza di certezze sulla dinamica, al momento, gli inquirenti non escludono che i tre possano essersi sentiti male a causa di una attrezzatura – magari le bombole – difettosa. Anche un quarto sub, di 35 anni, ha accusato un malore. Lui, però, non era con le tre vittime. Era già riemerso e quando ha visto i compagni esanimi, sulla barca, ha partecipato ai tentativi di rianimazione e di soccorso. Solo in un secondo tempo, forse per la tensione o per lo choc, ha accusato un malore. Portato all’ospedale è stato dimesso poche ore dopo.
Un medico: “Anche se esperti i rischi sono sempre alti” – “Fare valutazioni è prematuro, anche nella mia esperienza di subacqueo posso dire che la MDD, ovvero la malattia embolica o malattia da decompressione, resta sempre la minaccia più grave per chi va sott’acqua”. Enrico Castellacci sveste per una volta i panni del medico della Nazionale di calcio per indossare quelli di provetto sub e di conoscitore delle acque al largo di Grosseto, dove si è consumata la tragedia dei 3 subacquei morti. “Le ‘Formiche’ di Grosseto – spiega il medico toscano raggiunto telefonicamente – sono una zona famosa per i sub, lì si fanno belle immersioni e posso dire che non è assolutamente una zona pericolosa, ma offre fondali e una fauna marina che permette ai subacquei di godere di tante cose belle. Insomma, per noi sub è una zona prediletta”.
“Difficile pensare non abbiano fatto tappe di decompressione” – Difficile quindi capire e spiegare le dinamiche che hanno portato ad una simile tragedia, considerato che, aggiunge Castellacci, “quei fondali sono molto conosciuti. Fare una valutazione ora è difficile, intanto bisognerebbe sapere a che profondità sono andati e poi capire se il primo sub ha avuto un malore inerente all’attività subacquea o meno. Per mia esperienza, visto che sono stato qualche anno fa in una camera iperbarica proprio per una malattia embolica, posso dire che la decompressione è la causa più tipica, ovvero quando le famose bolle di azoto non si sciolgono perfettamente e anche il sub più esperto può andare soggetto a una crisi grave. Oltre a questo, prosegue Castellacci, altri rischi possono venire dalla miscela non idonea delle bombole, senza dimenticare che ad influire possono anche essere l’età, il fatto dia aver fatto o meno sforzi di recente, l’alcol, le attività pesanti; insomma, tutto quanto possa mettere in condizioni qualunque sub di essere in condizioni non perfette”. Nella tragedia consumatasi alle ‘Formiche’, conclude il medico degli azzurri, “è difficile pensare che sub così esperti non abbiano fatto tappe di decompressione affrontando la risalita”.
Tragedia nel mare di Grosseto: disposta l’autopsia e accertamenti sulle bombole dei 3 sub mortiultima modifica: 2014-08-11T20:57:58+02:00da ugo565
Reposta per primo quest’articolo