Monti battezza il nuovo centro, no alla lista unica. “Accetterò di fare il capo coalizione”, annuncia

Monti battezza il nuovo centro, no alla lista unica. “Accetterò di fare il capo coalizione”, annuncia

 
Mario Monti si candida alla premiership del Paese, dando vita ad una coalizione politica con “vocazione maggioritaria” composta da una ‘sua’ lista elettorale rivolta principalmente alla società civile alleata con partiti politici tradizionali, come Udc e Fli. Al voto, la formazione si presenterà con una unica lista in Senato e più liste alla Camera, ma con un denominatore comune nello slogan “Agenda Monti per l’Italia”. Alla fine il professore rompe gli indugi, chiarendo definitivamente che non solo sarà in campo nelle elezione di fine febbraio, ma ci sarà da leader di uno schieramento che non punta a collocarsi al centro dello schieramento, ma mira dritto alla società civile e ai tanti delusi dalla politica che vogliono riformare l’Italia.
Il vertice di 4 ore – L’annuncio arriva al termine di un vertice fiume con centristi e ‘montiani’ che sostengono la sua Agenda. Riunione che, secondo un partecipante, si è svolta nel convento delle suore di Sion, fra Trastevere e Monteverde.Nonostante il pressing di quanti volevano una sola lista anche a Montecitorio, il premier decide di optare per liste separate a Montecitorio. I motivi sono principalmente tre : non vuole ‘contaminare’ troppo la sua offerta politica; la legge elettorale consiglia di restare separati alla Camera (al Senato la scelta è obbligata); infine, la par condicio limiterebbe troppo gli spazi tv.
L’annuncio in conferenza stampa – Terminato il vertice, Monti a sorpresa convoca una conferenza stampa in Senato: è chiaro che non intende attendere né il discorso di Capodanno del capo dello Stato; né nuovi sondaggi. Il dado e tratto e ormai deve annunciarlo al Paese. Spiega che “l’emergenza non è finita” perché nonostante il “seme” posto in quest’anno di governo, “moltissimo resta” da fare, soprattutto per la crescita e l’occupazione. Il suo impegno politico, precisa subito, non è rivolto solo al “centro”, né vuole “inserirsi fra destra e sinistra”. Semmai punta a “rompere barriere e confini” per “introdurre nuovi criteri di aggregazione” politica. Monti si colloca sopra le parti, nel senso che punta a chiunque sia “disposto a impegnarsi per le riforme”, vincendo le resistenze di “corporazioni, lobby e forme arcaiche di sindacalismo”. Un’operazione di “rinnovamento” della politica, ci tiene a sottolineare, che rifiuti “promesse elettorali vacue e populismo”. L’elettorato a cui si rivolge è quello di chi abbia voglia di cambiamento e non sia rappresentato da nessun partito. In una parola i potenziali astenuti. Una platea molto vasta. E non a caso ammette candidamente di avere una “vocazione maggioritaria”.E in caso arrivasse secondo? “Credo che potremo avere risultati significativi”, risponde, aggiungendo un britannico “Wait and seé…”. I
“Nessun partito, non sono l’uomo della provvidenza” –  Semmai una “formazione politica”, un “rassemblement” di diverse forze, unite da uno “statuto” e “standard” esigenti e molto rigidi. Perché, chiarisce a scanso di equivoci, sarà lui a “vigilare” sulle candidature, anche delle liste alleate. Con l’aiuto di Enrico Bondi che valuterà pendenze penali e eventuali “conflitti d’interesse”. Un punto su cui Monti insiste molto, e nel farlo sottolinea che “anche il presidente Casini” ha accolto le sue condizioni. E non è un caso che citi proprio l’Udc. In cambio del via libera a questi rigidi criteri di “governance”, spiega, ha accettato di “essere capo della coalizione”. Precisa che non rinuncerà al seggio di senatore a vita, perché è un “onore” concessogli dal presidente Napolitano, ma soprattutto perché ritiene che la “legittimazione popolare” della sua agenda sia molto “più significativa” dell’elezione in un collegio. Respinge le accuse del Pdl, sottolineando che tanti presidenti del Consiglio prima di lui hanno fatto campagna elettorale. E fa capire che sarà più in televisione che nei comizi. Infine, pur dicendosi “grato” per il sostegno del Vaticano, ci tiene a sottolineare che “la nuova formazione politica unisce credenti e non credenti” e che è “molto importante rispettare la libertà di coscienza” individuale su certi temi.
L’agenda Monti – Ai centristi Monti concede il ‘brand’ ma con paletti ben piantati, tanto che scandisce le parole quando dice che “vigilerà” sulle liste e quando parla di “regole di governance molto esigenti, e che sono state accettate molto esigenti”. Non basta: Enrico Bondi farà la ‘due diligence’ su ciascun candidato, “conformità dal punto di vista penale e su possibili conflitti di interessi”, cosa che il premier blinda sostenendo che “a partire da Casini tutti si sono detti d’accordo”. Monti pensa “non ad una alleanza con gli uni o gli altri, ma ad un’operazione di rinnovamento nel profondo della politica italiana, che può e deve avere opzione maggioritaria”. Musica per le orecchie del centristi, che davvero oggi possono sperare, come il premier più volte ripete in conferenza stampa, che l’Agenda Monti per l’Italia possa “essere mobilitante”, “rompere” i vecchi schemi bipolari, avere a breve i “risultati significativi” che indicano i sondaggi. Ma ciò che conta è che il Prof sia in pista, che la adesione delle forze in campo sia stata giudicata dal premier “ampia, convinta e credibile” e che il progetto parta in fretta. Entro l’11 gennaio deve esserci un simbolo, programma e candidato premier, solo dieci giorni dopo candidature e firme e tra meno di due mesi le elezioni saranno il banco di prova.
La “benedizione” di Bagnasco – Dopo quello dell’Osservatore Romano anche il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, torna a spezzare una lancia a favore del progetto politico di Mario Monti. Ma l’endorsement della Chiesa, ormai conclamato, disturba gli avversari politici del premier e imbarazza un po’ lo stesso presidente del Consiglio che si dice lusingato ma chiarisce: i temi prettamente etici non saranno nell’indice dell’Agenda. “Sulla onestà e capacità di Monti penso che ci sia un riconoscimento comune. Ognuno può avere opinioni diverse, ma credo che su questo piano, sia in Italia sia all’Estero, ci siano stati riconoscimenti” si limita in effetti a notare l’ arcivescovo di Genova e presidente Cei. Ma la nuova ‘benedizione’ di Angelo Bagnasco è un fatto e lo stesso Monti si dice “molto grato” per quanto detto su di lui. Poi però precisa: “la nuova formazione politica che nasce oggi unisce intorno a un programma impegnativo per la crescita del Paese e si rivolge a persone di buona volontà, credenti e non credenti “. Soprattutto, precisa, “non è sulle questioni etiche che si articola questa nostra formazione e credo che in primis siano le coscienze individuali e la sede parlamentare i luoghi in cui i valori e le iniziative debbano esplicarsi. Credo – aggiunge – che sia molto importante rispettare la libertà di coscienza, fermo restando il doveroso rispetto della dignità delle persone”.
Monti battezza il nuovo centro, no alla lista unica. “Accetterò di fare il capo coalizione”, annunciaultima modifica: 2012-12-29T12:46:45+01:00da ugo565
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