Yemen: carabiniere rapito

Yemen: carabiniere rapito in mano a una tribù locale che chiede risarcimenti in cambio del rilascio

Alessandro Spadotto, il carabiniere rapito in Yemen, è in mano ai membri di una tribù locale. Dopo giorni di incertezze, in cui non si sapeva nelle mani di chi fosse finito l’addetto alla sicurezza dell’ambasciata italiana, il ministero degli Interni yemenita ha comunicato che il carabiniere è stato rapito dalla tribù degli Al-Jalal e in particolare da Ali Nasser Hariqdane, ricercato per il suo coinvolgimento in atti di banditismo. Per la sua liberazione il gruppo di ribelli chiede il rilascio di un detenuto e la restituzione di alcune terre nella capitale Sanaa, circostanza rivelata nella serata di lunedì dal ministro dell’Interno yemenita. In particolare, Ali Nasser Hariqdane vorrebbe cosi fare pressioni sulle autorità perché abbandonino le azioni legali nei suoi confronti e chiederebbe il risarcimento da parte dello Stato. In nottata, il ministero degli Interni yemenita aveva già comunicato che il carabiniere rapito si troverebbe nella provincia petrolifera di Maarib, dove sarebbe stato trasportato dopo il rapimento avvenuto a Sanaa.
Diplomazia al lavoro – Le notizie sul sequestro dell’addetto alla sicurezza dell’ambasciata italiana sono arrivate al termine di una giornata di intenso lavoro da parte della Farnesina che ha attivato tutti i canali per seguire da vicino la vicenda. E dopo la lunga conversazione telefonica tra il titolare della Farnesina Giulio Terzi e il ministro degli Esteri yemenita Abu Bakr al Qirbi, che ha confermato la totale disponibilità del governo di Sanaa al massimo impegno e collaborazione, assicurando che polizia e intelligence sono al lavoro.
Apprensione nel paese del carabiniere – La cronaca yemenita si incrocia con quella di Pordenone e precisamente quella di un comune di 15 mila abitanti, San Vito al Tagliamento, dove il carabiniere, in forza al 13/o battaglione di Gorizia, è nato 29 anni fa. Appena si sono diffusi il nome e le generalità del militare, il paese si è stretto intorno alla famiglia Spadotto. “Un ragazzo serio, compito, che ha svolto e svolgeva incarichi di responsabilità”, lo definisce il sindaco di San Vito, Antonio Di Bisceglie, che afferma la vicinanza del Comune “alla famiglia” e ribadisce l’ipotesi di un rapimento compiuto da parte di criminali comuni. “Meglio così”, rispetto a un atto di terrorismo, spiega.
Il padre – La famiglia Spadotto è nota a San Vito, non solo per quel ragazzo spesso all’estero o per sua sorella, che studia all’ Università di Padova, ma anche per il padre, Augusto, ex carabiniere, ora in pensione, responsabile del nucleo di Protezione civile di San Vito. Lui chiede silenzio intorno alla vicenda: “Preferiamo non parlare, vorremmo essere lasciati in pace”, dice. Poi aggiunge: “Se sarà liberato, stapperemo una bottiglia tutti insieme”.
La dedica olimpica – A Roma la procura ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di sequestro con finalità di terrorismo. E anche con Londra, dove è rimbalzata la notizia e dove un altro carabiniere, Luca Tesconi, prima medaglia italiana alle Olimpiadi, ha dedicato la vittoria al collega dell’Arma, “con l’augurio che possa presto riabbracciare i suoi cari”. A fine giornata, mentre l’europarlamentare Debora Serracchiani chiede all’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Ue Catherine Ashton, “di affiancare e di sostenere nei modi più efficaci l’azione del Governo italiano”, sottolineando “l’urgenza e la grave preoccupazione” del momento, il ministro Terzi da Belgrado torna sul caso e sulla telefonata di ieri sera. Al Qirbi “mi ha sottolineato quanto si condividano le nostre esigenze di assicurare sopratutto l’incolumità e la tutela della vita della persona sequestrata”. Concludendo: “Mi ha confortato avere tali assicurazioni”.
31 luglio 2012
Yemen: carabiniere rapitoultima modifica: 2012-07-31T15:30:55+02:00da ugo565
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