intervista al sindaco di Medolla

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Filippo Molinari (primo a sinistra) con il premier Mario Monti (Ansa) Articoli correlatiSisma in Emilia, 16 morti nel Modenese. Ancora 5 i…Emilia, ancora paura e scosse. Allarme per gli sci…Sisma Emilia, trovato ultimo disperso: i morti sal…In Emilia la terra trema ancora: il bilancio è di …Emilia, la terra continua a tremare Giù case e cap…Terremoto, il sindaco di Medolla, Molinari: “Affrontare il sisma è come partecipare a un tragico gioco dell’oca” di Ignazio DessìCommentaI sindaci delle zone colpite dal terremoto vivono in continua tensione, perché affrontare il sisma è come partecipare a un tragico gioco dell’oca. Fai tanti sforzi per mettere in sicurezza le case e i capannoni, per avere un quadro chiaro della situazione e dare speranza ai cittadini, poi basta una nuova scossa e bisogna ricominciare da capo. Insomma è come fare un passo avanti e subito dopo effettuarne due indietro. Le parole del primo cittadino di Medolla (Modena), Filippo Molinari, fotografano efficacemente la situazione dell’Emilia flagellata dalle scosse telluriche e di tutte le zone colpite. La sua voce è tra le più titolate a descrivere il dramma, anche perché il suo comune è tra i più colpiti dalla tragedia. Lui stesso, dopo il terremoto, si è rifugiato in un camper per dormire con la sua famiglia e sbrigare le pratiche da primo cittadino, nei rari momenti in cui non è in mezzo alla sua gente, tra le tendopoli o le rovine.Signor sindaco, com’è la situazione? La vostra terra non smette di tremare.
“Già, anche stanotte si sono avvertite delle scosse, una delle quali piuttosto intensa. Si fatica a tornare alla normalità perché appena pensiamo di poterlo fare la terra torna a tremare e bisogna rifare da capo le verifiche sugli edifici abitativi e su quelli produttivi. Una cosa che non ha fine e ci pone sempre in piena emergenza. E’ difficile insomma rialzare la testa e pensare pienamente alla ricostruzione, anche se lo stiamo comunque facendo”.Con le nuove normative sulla Protezione civile il ruolo dei sindaci è cambiato.
“Sì, il decreto sulla ricostruzione ci affida il ruolo di vice commissari per la ricostruzione, dando al presidente della regione il ruolo di commissario. Una buona cosa perché si affida ai territori la responsabilità del dopo-sisma, anche se in queste condizioni il compito è davvero difficile”.Molti amministratori si sono lamentati delle pastoie poste dalla burocrazia, lei ha dovuto affrontare problemi di questo tipo?
“Certo, qualche problema c’è stato, considerato ovviamente che la struttura della Protezione civile con tutti i suoi livelli è una struttura complessa. Tra l’altro questo è il primo terremoto dopo la sua riforma e il modello è molto diverso da quello che c’era per il terremoto dell’Aquila, quando arrivava la struttura centrale e commissariava i territori. Adesso la protezione civile collabora con i territori. Inevitabilmente rimangono però delle lungaggini burocratiche, per esempio riguardo alle autorizzazioni per le forniture dei mezzi e dei materiali. Per questo, molto spesso, siamo andati avanti prendendoci le nostre responsabilità e attivandoci, vista la situazione di emergenza, anche prima dell’arrivo delle autorizzazioni”.Può farci un esempio pratico per aiutarci a capire meglio le vostre difficoltà?
“Per esempio, quando abbiamo allestito il campo per gli sfollati sono arrivati i volontari del Molise per gestirlo e abbiamo inviato al centro coordinamento dei soccorsi una lista molto precisa delle cose che ci servivano. Ma a un giorno e mezzo di distanza non avevamo risposta alcuna. A quel punto ho deciso di acquisire comunque le cose necessarie e mi sono detto che il problema dell’autorizzazione me lo sarei posto in un secondo tempo”.In questi momenti una delle cose importanti è la solidarietà che si avverte attorno, voi l’avete avuta?
“C’è stata e c’è, io ricevo ogni giorno non so quante telefonate ed e-mail con donazioni e proposte di aiuto, mentre in tanti portano in continuazione derrate alimentari e ogni genere di beni per gli sfollati. L’Italia intera si sta muovendo e questo per noi è molto importante perché abbiamo bisogno del sostegno di tutti”.Molte polemiche sono nate intorno all’opportunità di festeggiare la festa della Repubblica e il popolo del Web ha proclamato a gran voce la necessità di sospenderla per destinare i soldi ai terremotati. Lei avrebbe annullato la celebrazione del 2 giugno?
“In più occasioni ho dichiarato provocatoriamente che questo atto sarebbe stato un segnale simbolico importante, non perché io sia contro il significato di quella data e contro le istituzioni, anzi penso di rappresentarle appieno in questo momento nella loro vera essenza, con il mio spirito di servizio. Annullare la celebrazione avrebbe semplicemente fatto capire che come la festa della Repubblica è di tutta la Repubblica, anche questo terremoto è di tutta la Repubblica e non solo dell’Emilia. Poi è vero che i festeggiamenti sono stati svolti in maniera sobria e quindi c’è stata una sorta di compromesso”.Il ministro della Giustizia Severino ha proposto l’utilizzo dei carcerati per dare una mano nelle zone colpite dal sisma: lei è d’accordo?
“Può essere un’idea ma bisognerà vedere i risvolti pratici: se si tratta di persone con un percorso di redenzione e consapevolezza alle spalle è una cosa, se invece si tratta di persone che ancora stanno meditando sull’opportunità di quanto hanno commesso non ne abbiamo bisogno, perché non possiamo caricarci sulle spalle problemi ulteriori di ordine pubblico. Ne abbiamo già abbastanza per gestire le zone rosse ”.Quali differenze ci sono, quanto a gestione del problema, tra il terremoto dell’Emilia e quello dell’Abruzzo?
“L’idea del governatore Errani è di non attivare molte tendopoli e utilizzare le case sfitte, un modello completamente differente da quello visto in precedenza. Diciamo che ci piace poco la provvisorietà. Anche perché noi emiliani siamo abituati a rimboccarci le maniche e ricostruire con le nostre mani, una frenesia che avverto in quasi tutti i miei cittadini. Per questo in questa fase dove la provvisorietà è inevitabile stiamo soffrendo molto e speriamo di uscirne presto”.Cosa vi serve per velocizzare l’uscita dall’emergenza?
“Oltre ad augurarci che la terra smetta di tremare, auspichiamo che il decreto entri in vigore e la cabina di regia si insedi al più presto, perché le idee ci sono, i soldi sono stati stanziati e si tratta di operare velocemente”.Visto il periodo, un grave problema è quello delle scuole: tra poco ci saranno gli esami di maturità e molti degli istituti del vostro territorio sono chiusi. Come vi state organizzando?
“Le scuole sono tutte chiuse e adesso si sta discutendo con l’assessore regionale alla Pubblica Istruzione e i dirigenti scolastici regionali cosa fare degli esami. Ci sono comunque due linee, quella di chi vuol fare comunque gli esami e quella di chi vorrebbe far valere per i ragazzi i giudizi dell’anno scolastico in corso perché non è il caso di fare degli esami in queste condizioni”.Una vecchia discussione che torna in auge dopo ogni disastro sismico è se le scosse si potevano prevenire e i danni evitare. Lei cosa ne pensa?
“Sì, è la polemica classica di ogni dopo terremoto. Certo, la quantificazione sismica attuale del nostro territorio non corrisponde alla realtà che abbiamo verificato, e qualcosa è stato tralasciato sicuramente. Noi siamo in fascia 3 e abbiamo un territorio almeno da fascia 2. Ovviamente la previsione è stata fatta su base storica perché l’ultimo terremoto di magnitudo importante è del 1570, in pratica quello che rase al suolo Ferrara, ma la mia considerazione è che qualcosa sia stato sbagliato. Penso infatti che avendo avuto, sia pure 500 anni fa, un sisma di questo tipo bisognava vigilare. Invece si è probabilmente pensato che la situazione era ormai tranquilla e non era così, e su questo bisognerà meditare”. 05 giugno 2012

intervista al sindaco di Medollaultima modifica: 2012-06-05T13:43:17+02:00da ugo565
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