Da Padroni a casa nostra a ……Ladroni a casa nostra

Renzo Bossi si dimette da consigliere regionale della Lombardia. “Senza che nessuno me l’ha chiesto faccio un passo indietro in questo momento di difficoltà, do l’esempio”, ha detto il Trota. “Sono sereno e ho fiducia nella magistratura – ha aggiunto il figlio di Umberto Bossi – anche se non sono indagato. E’ giusto e opportuno farsi da parte, sono sereno e so benissimo cosa ho fatto”, ha concluso. Nel mentre proseguono i piani per il futuro della Lega, dove Maroni appare in pole position per il dopo Umberto Bossi. Quest’ultimo, unendosi al parere già espresso dal presidente del Consiglio lombardo, Formigoni, ha detto che suo figlio Renzo “ha fatto bene” a rassegnare le dimissioni. A completare il quadro di un partito in piena fibrillazione, ecco Roberto Calderoli che a chi gli chiede se sarebbe auspicabile il passo indietro anche di Rosy Mauro, risponde: “Le dimissioni di Rosy Mauro? Vale lo stesso ragionamento che ha fatto Renzo Bossi. E’ un gesto di responsabilità, difficile, ma che aiuta il movimento a superare una fase del genere”.
Voci sul Web – E’ quanto emerge da una ricerca intitolata Voices From the Blogs, realizzata dalla Università degli Studi di Milano negli ultimi giorni. Dopo le dimissioni di Bossi, secondo i ricercatori, “in pochissime ore il web è stato letteralmente inondato da una tempesta di tweet che commentavano la situazione in casa Lega. Per fare un po’ di chiarezza sulle opinioni della rete, VfB ha analizzato tempestivamente oltre 33 mila tweet pubblicati tra il 5 e l’8 aprile, la metà dei quali (16 mila) riflette l’opinione dei cittadini lombardi”. “La maggioranza relativa – si legge in una nota – addita tutti i dirigenti leghisti come colpevoli dello scandalo sui rimborsi elettorali (35,7%). Ma se c’é da trovare un colpevole, ben prima del tesoriere Belsito (5,7%) o financo dello stesso Bossi (17,4%), il dito degli italiani punta con decisione contro la famiglia del senatur e il cosiddetto cerchio magico (21,5%)” Dato che “tra i soli lombardi sale al 25,1%”. Cifre indicative, certo, quel che è altrettanto certo è che il Carroccio lotta contro il malumore della base (nel prato leghista a Pontida la scritta Padroni a casa nostra è stata cambiata in un eloquente Ladroni a casa nostra) e si interroga sul proprio futuro, con una grandissima voglia di repulisti al suo interno.
Maroni: tregua, ma solo a Pasqua – “Mi sono rotto di cerchi magici”. Anche oggi, giorno di festa, Roberto Maroni non rinuncia, nel suo sito su facebook, alla polemica contro gli avversari interni, come un generale che non rinuncia ad incalzare un nemico in rotta. E mentre ribadisce, come in un mantra, “pulizia, pulizia, pulizia”, rispondendo ai suoi amici di sito li invita al meeting in programma martedì sera a Bergamo, a quella serata dell’orgoglio padano che è diventato in queste ore un appuntamento carico di attese. “Venite martedì sera a Bergamo e avrete le riposte. Oggi è Pasqua – scrive Maroni – e la colomba (della pace) va bene, ma solo fino a domani.Pulizia, pulizia, pulizia, mi sono francamente rotto di cerchi magici e Culi nudi!!!”. L’ultimo riferimento è alla canzone ‘Kooly Noody’ (parole in finto inglese, ma vale l’assonanza italiana) incisa tempo fa da Pier Mascogiuri, ex guardia del corpo di Rosi Mauro. E sempre rispondendo ad un post Maroni spiega che “vanno espulsi quelli che hanno usato i soldi della Lega (e quindi dei militanti) per fini personali”.
Ma i veneti lanciano Zaia – L’idea di un Luca Zaia futuro segretario federale della Lega è “un’ipotesi verosimile”. Lo ha ribadito il segretario nazionale della Liga Nord – Lega Veneta e sindaco di Treviso, Gian Paolo Gobbo, sottolineando che “non c’è alcuna ragione per escludere a priori un veneto dalla leadership della Lega, ci sono uomini e donne che abbiamo fatto crescere creando una classe dirigente importante”. Gobbo si riferisce “sia ai quarantenni, da Zaia a Flavio Tosi a Franco Manzato, sia ai trentacinquenni come Federico Caner”. “E’ ovvio – ha aggiunto il segretario ‘lighista’ – che é necessario il più ampio consenso possibile e credo che, sia da ministro dell’agricoltura, sia da presidente della Regione Veneto Zaia riscuota ora un riconoscimento molto ampio”.
Sul tema della richiesta di espulsioni, ce ne è per tutti i gusti, spiega Matteo Salvini – “Ne stanno arrivando da sezioni di ogni provincia del nord”. “Martedì sera a Bergamo ci saranno un sacco di persone e tutti aspettano segnali forti, dimissioni o espulsioni di chi ha sbagliato. Verrà un sacco di gente – spiega – da tutto il nord, militanti, amministratori locali e sindaci, tutta gente che è pronta a ripartire da mercoledì mattina con l’azione politica. Speriamo che ci sia posto per tutti, volevamo trovare qualcosa di più grande ma con la Pasqua di mezzo abbiamo rimediato la Fiera che ha cinquemila posti. Ma martedì sera ci aspettiamo segnali di forti di cambiamento”. ‘E vuol saperne una – conclude Salvini – tanto per dire quanto e’strana la Lega? C’é già chi riparte anche senza segnali: mi hanno appena detto che abbiamo 15 nuovi iscritti, tutta gente che si è presentata in sede a Milano!”. E Bossi, intanto, stamani è andato, nella massima riservatezza, ad una funzione religiosa pasquale in una piccola chiesa a Varese. Poi ha fatto rientro a casa, a Gemonio, all’ora di pranzo per passare la festività tra le mura domestiche.  
Bossi: pulizia in atto – Così Umberto Bossi aveva risposto sulla Padania alle parole di Roberto Maroni. L’ex ministro dell’Interno ieri era intervenuto sia con una intervista al giornale della Lega sia sulla propria pagina Facebook, reclamando “pulizia” all’interno del partito, dopo il terremoto giudiziario che ha scosso il Carroccio e ha portato alle dimissioni di Bossi da segretario. “Contro l’attacco che mira a dividere. Bossi: tutti uniti. La pulizia è già in atto e c’é già chi la deve fare”. E’ il titolo di apertura del quotidiano della Lega.
L’autista, il Trota e il bancomat – Non ce la faccio più, non voglio continuare a passare soldi al figlio di Umberto Bossi in questo modo: è denaro contante che ritiro dalle casse della Lega a mio nome, sotto la mia responsabilità. Lui incassa e non fa una piega, se lo mette in tasca come fosse la cosa più naturale del mondo. Adesso basta, sono una persona onesta, a questo gioco non ci voglio più stare”. Lo dichiara Alessandro Marmello, autista e bodyguard di Renzo Bossi. Marmello, che ha documentato le sue affermazioni anche con una serie di video, racconta la sua versione dei fatti in una lunga intervista. L’uomo ha lavorato come autista di Renzo Bossi per tre mesi nel 2009. Il contratto a progetto era emesso dal Gruppo Lega Nord Padania Camera dei deputati e intestato all’allora capogruppo Roberto Cota. Dall’aprile 2011 Marmello è stato assunto dalla Lega, racconta, con un contratto a tempo indeterminato emesso direttamente dalla Lega Nord Padania. E firmato dal tesoriere Francesco Belsito. “Da quel momento avrei avuto disponibilità di denaro contante per le spese relative al mio servizio. Ogni volta che avevo bisogno di soldi per fare benzina, oppure pagare eventuali spese per la manutenzione dell’auto, ma anche per pagare il ristorante quando ci trovavamo, spesso, fuori Milano, potevo andare direttamente all’ufficio cassa alla sede della Lega, in via Bellerio, firmare un documento che non prevedeva giustificazioni particolari e ritirare ogni volta un massimo di 1.000 euro. Anche più volte al mese”
Renzo Bossi espulso dal partito? – Il segretario provinciale di Brescia pare abbia già inoltrato la richiesta al Consiglio federale di espellere Renzo Bossi dal partito; un’altra richiesta – spiegano le stesse fonti – partirà dal segretario provinciale di Milano per chiedere l’esclusione di Rosi Mauro. Il terremoto che ha colpito il Carroccio non si arresta, nuove scosse sono previste nei prossimi giorni, sia sul piano giudiziario che su quello politico. Roberto Maroni e’ stato chiaro nel lanciare dal suo profilo Facebook il grido di battaglia. “Non possiamo presentarci alle elezioni in questo stato”, fanno sapere dal suo staff. Il timore di Maroni, viene fatto osservare da un suo fedelissimo, è che ci sia qualcuno che possa passarla liscia, che ci possa essere il tentativo di “annacquare” le responsabilita’ o di diluire i tempi dell’accertamento della verità.
 
09 aprile 2012
Redazione Tiscali

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