“È arrivato il momento di cedere le armi alle donne. Hanno qualcosa in più”

“È arrivato il momento di cedere le armi alle donne. Hanno qualcosa in più”

L’incontro con lo scrittore italiano più amato e tradotto al mondo, al cinema (dopo il teatro) nelle vesti di attore

HUFFPOST ITALIA

“Volevo affrontarmi. Essere cieco e stare per un’ora su un palcoscenico e raccontare una storia per un’ora e mezza, è stata una grossa sfida che volevo fare a me stesso”. Inizia così, con queste parole, pronunciate con un tono di voce basso, ma possente “e reso forte grazie alle tante sigarette fumate fino ad oggi”, il nostro incontro con Andrea Camilleri. Novantatrè anni da poco compiuti, trenta milioni di libri venduti in tutto il mondo principalmente con le avventure del Commissario Montalbano, l’autore italiano vivente più amato al mondo ha deciso di mettersi in gioco trasformandosi in attore. Lo ha fatto lo scorso 11 giugno, portando in scena al Teatro Greco di Siracusa“Conversazione su Tiresia”, uno spettacolo che potrà essere visto il 5, il 6 e il 7 novembre prossimi al cinema grazie a Palomar e a Carlo Degli Esposti.

“Dopo la richiesta fattami da Valentina Alferj (curatrice dello spettacolo, ndr) e da Roberto Ando’ (che ne ha curato la regia, ndr), chiesi a Laura Pacelli, la mia collaboratrice, di procurarmi tutto il materiale possibile su Tiresia e alla fine, dopo pochi giorni, arrivò con quattro faldoni. Ho scoperto che quel personaggio, che conosciamo per la prima volta nell’Odissea di Omero, ha percorso tutta la letteratura italiana e non, da allora ai giorni nostri, ininterrottamente. Ho impiegato tre mesi a farmi largo in questa foresta e a scegliere i punti salienti, più di tremila testi. I testi e le citazioni fatte sono solo un terzo di quelle avute tra le mani”. “Qualche volta – continua – soprattutto quando non ero in vena, scambiavo un autore per un altro. Poi mi sono fatto largo e sono riuscito ad organizzare il discorso, ma soprattutto a trovare il tonocon cui intrattenere tremila persone. Il tono è stata la cosa più importante, una conversazione tra amici che ha funzionato”.

“Ho scelto Tiresia – spiega – per la sua cecità attraverso la quale vede il presente, ma anche il futuro. Tiresia è affascinante: è stato uomo ed è stato donna, in entrambi i casi vero, ma resta sempre l’ambiguità di chi è stato uomo e di chi è stato donna. Le tracce di essere stato donna se le è portate dietro nelle sette esistenze di essere stato uomo. L’atto divinatorio è stato fondamentale: è stato uno dei divini maggiori assieme a Calcante. Non prevedeva solo sventure, ma anche felicità, purtroppo rara.Vedeva l’avvenire, spesso costellato da dispiaceri e malattie. E’ stato bello constatare i mutamenti: sembrava fatto di pongo. Ogni autore lo ha modellato come voleva e lui si prestava. Aveva un grandissimo fascino di un personaggio enigmatico quale era”.

Il mondo femminile ha un suo fascino, spiega Camilleri. “E’ arrivato il momento di cedere le armi alle donne”. Io da ex uomo – aggiunge – non posso che ammirarle. Anche Margareth Tatcher ha qualcosa in più, perché come tutte le donne, fanno i figli, la matrice più importante. Le donne sono più disposte al compromesso e alla pace, più di noi uomini”.

“Ero nella mia nuova situazione di cieco e quindi e ho avuto un’illuminazione”, continua. “Sostengo, ed è vero, non è un paradosso, che da quando ho perso la vista vedo le cose più chiaramente, potevo prendere in considerazione proprio Tiresia per questa e attraverso questa mia menomazione. Questo è stato l’impulso, poi ci ho ragionato sopra, ripensando a tutte le volte che lo avevo incontrato, ad esempio nella letteratura anglosassone e in Ezra Pound. Persino Eliott ne fa il protagonista de “La terra desolata”, motivi per parlarne ce n’erano.

“Il Teatro Greco di Siracusa è un luogo magico”, precisa Camilleri. E’ uno di quei luoghi magici come navi spaziali che si muovono nel tempo invece che nello spazio. Lo sono le cattedrali, i templi, i vecchi teatri greci o latini….se ci mettete piedi sopra, è come mettere i piedi dentro un’astronave. Poi, la commozione di stare seduto su un palcoscenico dove è stato Eschilo – aggiunge è stata immensa, una grande commozione profonda, è stato come scoprire e vivere l’eternità“. “Ho insegnato recitazione e regia, ho fatto 140 spettacoli teatrali, conosco bene l’arte dell’attore che ho praticata non esibendomi davanti al pubblico, ma dietro le quinte. Sono stato attore attraverso le centinaia di attori con cui ho lavorato. Questo spettacolo è la summa definitiva della mia esperienza teatrale”.

Voglia di rifarla ancora? Gli chiediamo. “Perché no? (ride, ndr) Però dovrò poi fare una chiusura di clausura yoga. Sono un impiegato della scrittura al quale non si può dire nulla, nella mia vita non ho mai preso un giorno di licenza per malattia, ho sempre lavorato, ogni mattina. Se ci sarò ancora, volentieri. Mi fa sorridere e mi da speranza come quando i poliziotti mi hanno dato il passaporto nuovo che scadrà nel 2024, mi mette di buon umore e mi da’ speranza”.

Le sue parole continuano e attraverso le sue, quelle di Tiresia, continueranno prima sul palcoscenico e adesso al cinema. “Tra cento anni, conclude Camilleri,l’uso della parola ci sarà. Molte cose del mondo che stiamo vivendo oggi, tra cento anni saranno più che obsolete. Non so che mondo ci sarà, ma credo che avrà poco da dividere con quello di oggi a noi contemporaneo”.

“È arrivato il momento di cedere le armi alle donne. Hanno qualcosa in più”ultima modifica: 2018-12-28T19:08:11+01:00da ugo565
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