Confindustria: “La crisi è come la guerra

Confindustria: “La crisi è come la guerra, colpite le parti vitali del Paese. Abisso Pil: -2,4% nel 2012”

L’appuntamento con la ripresa slitta a metà 2013, peggiora lo scenario della crisi. “Siamo nell’abisso”, avverte Confindustria, che accosta gli effetti della recessione ad una guerra, “i danni economici sono equivalenti a quelli di un conflitto e a essere colpite sono state le parti più vitali e preziose del sistema Italia”. Analisi degli economisti di via dell’Astronomia che all’appuntamento con le previsioni economiche di fine giugno hanno rivisto le stime nettamente al ribasso: la recessione “è più intensa” delle attese, nel 2012 il Pil arretrerà del 2,4% (e non dell’1,6% come era stato previsto a dicembre) e nel 2013 scenderà ancora, -0,3% (mentre era attesa una crescita dello 0,6%).
Male lavoro – Un quadro in cui vola la disoccupazione: da inizio crisi a fine 2013 saranno un milione e 482mila i posti di lavoro persi (calcolati in Ula, unità di lavoro equivalenti a tempo pieno); Nel 2012 gli investimenti “crollano dell’8%”, i consumi delle famiglie “diminuiscono nettamente”, -2,8%, anche come conseguenza della “fiducia al minimo storico”. I conti pubblici migliorano “vistosamente” ma “si allontana il pareggio di bilancio”: per gli industriali il deficit pubblico nel 2013 sarà a -1,6% del Pil e non del -0,1% come prospettato a dicembre.
Squinzi: “Ora servono riforme e crescita” – E’ anche il messaggio ribadito dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Che avverte: “in questo momento il Paese deve essere unito, solidale e determinato. E deve mantenere la calma nell’affrontare una crisi che ha portato l’Italia nell’abisso”. Per il leader degli industriali appare chiaro che la crisi sta “diventando più intensa” e si sta “allungando nel tempo”: e “non riconoscere questo dato, o negarlo come forse si è fatto per troppo temp, e non agire di conseguenza significa scegliere la via del declino. Dobbiamo ribellarci a questa forma di cecità”.
Disoccupazione record – Il quadro delle stime sulla disoccupazione che salirà al 10,9% a fine 2012 e toccherà il record del 12,4% nel quarto trimestre 2013 (13,5% con la Cig) Siamo colpiti, dice Squinzi, da “una recessione che viene dall’abisso della caduta del 2008-2009, un doppio colpo, un uno-due da k.o.” e, anche se “le imprese non mollano”, “da soli non ce la possiamo fare, perché la sfida oggi non è più tra singoli Paesi, ma tra grandi aree economiche. Siamo al bivio tra la strada della riforme e della crescita in un contesto di rigore dei conti pubblici, o quella più scivolosa che porta al declino economico e sociale”. Occhi puntati sul consiglio europeo, anche perché tra “errori recenti e mali antichi” che fanno precipitare la crisi, per Confindustria “gli errori recenti sono stati inanellati nella gestione dell’eurocrisi”. Da Bruxelles “speriamo in buone decisioni – dice Squinzi -, forse sull’orlo dell’abisso saremo in grado di dare il meglio”. Mentre in Italia bisogna andare avanti sulla via delle riforme, e dopo il rigore puntare anche alla crescita, a partire dal “liberare l’Italia dal piombo della burocrazia: è la via maestra per riportare il Paese su un alto sentiero di sviluppo”.
Inflazione in forte risalita e pressione fiscale record – Nel 2012, l’inflazione schizza al 3,1% per poi scendere al 2,6% nel 2013. Mentre le famiglie, alle prese con il “calo passato e atteso del reddito disponibile”, riducono drasticamente la spesa: i consumi crollano del 2,8% quest’anno e dello 0,8% nel 2013 (molto più giù delle stime di dicembre: -1% e +0,4%). Il dato sull’inflazione “ingloba sia la maggiorazione delle imposte indirette sia il rincaro della bolletta energetica dovuto al finanziamento degli incentivi alle fonti rinnovabili”, ha spiegato il Csc.
Pressione reale fisco schizza a 54,6% nel 2013. Secondo il Centro studi Confindustria la pressione fiscale effettiva, depurata dal sommerso, “schizzerà al 54,6%” nel 2013 dal 54,2% del 2012. Continua la corsa anche della pressione apparente, dal 42,5% del 2011 al 45,1% del 2012 fino al 45,4% del 2013. Le entrate fiscali sono “in forte accelerazione”, +5,2% quest’anno, per poi rallentare al +2,6% nel 2013.
Ritorno alla lira si tradurrebbe in una colossale patrimoniale – Il ritorno alla lira, secondo quanto illustrato dal Csc negli Scenari economici, sarebbe simile ad una patrimoniale “sia per gli effetti diretti sul valore delle attività delle famiglie e del loro reddito sia perché davvero le ricchezze private, ovunque detenute (anche illecitamente), verrebbero inevitabilmente sottoposte a una radicale tosatura per ristabilire un po` di ordine nel bilancio pubblico e nella giustizia sociale, di fronte al profondo impoverimento della maggioranza della popolazione”.  
28 giugno 2012
Confindustria: “La crisi è come la guerraultima modifica: 2012-06-29T08:34:30+02:00da ugo565
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