Un professore di sinistra senza esperienza politica. Ecco chi è Conte

Un professore di sinistra senza esperienza politica. Ecco chi è Conte, il premier del governo Lega – M5s

L’allievo e poi socio del professor Alpa, è il nome su cui ci sarebbe il massimo consenso tra Salvini e Di Maio. Il suo profilo è giudicato “accettabile” anche in ambienti vicini al Quirinale. 54 anni, pugliese, è docente Diritto privato a Firenze. Dove ha conosciuto Alfonso Bonafede, prossimo Guardasigilli

Il professor Giuseppe Conte
Il professor Giuseppe Conte

Nella Terza Repubblica delle post ideologie, il Professore è comunque solito definirsi “uno di sinistra”. E nell’era del post-partitismo il fatto che sia un Professore, esattamente come Mario Monti, lo rende esente da sospetti di continuità con la “deplorevole” casta dei Professori e dei tecnoburocrati.

Se si riescono a superare queste minime contraddizioni, il profilo dell’uomo che oggi dovrebbe essere indicato premier del governo giallo-verde è perfettamente compatibile con quello di un Professore universitario prestato alla politica. Un profilo giudicato “accettabile” anche da ambienti molto vicini a quelli del Quirinale.

Origini pugliesi

La sintesi di ottanta giorni di trattative e di stallo politico si chiama Giuseppe Conte, è nato 54 anni fa a Volturana Appula, paesino di 500 abitanti adagiato sul confine tra Puglia, Molise e Campania, laureato a Roma in giurisprudenza e carriera universitaria a Firenze dove ha la cattedra di Diritto privato. Il suo curriculum accademico, inviato alla Camera dei deputati nel 2013 per l’elezione del Consiglio di disciplina della giustizia amministrativa, riempie ben 12 pagine: laurea in Giurisprudenza all’Università di Roma, poi una sfilza di master e perfezionamenti in giro per il mondo (Yale, Vienna, Sorbona, New York University). Nel 1988 (l’anno della laurea), era già stato inserito nella commissione istituita a Palazzo Chigi per la riforma del codice civile. Non si contano le collaborazioni con riviste giuridiche, università di paesi stranieri, i libri e gli articoli pubblicati. Nel 2013 viene eletto nel Consiglio di disciplina della giustizia amministrativa – il Csm del Consiglio di Stato – proprio con i voti dei 5 Stelle.  Carica che ha lasciato quando Di Maio lo ha voluto nella squadra dei “suoi” ministri. Risulta essere questo il suo primo e unico incarico passato dai filtri della politica.

L’esordio da XFactor

In quel format a metà tra XFactor e il Grande Fratello che il primo marzo fu la presentazione in pompa magna all’Eur del governo 5 Stelle, Conte è stato certamente quello che ha colpito di più: palese il suo imbarazzo di accademico nel prestarsi ad uno show senza capo né coda.  Parlò tra gli ultimi, il professor Conte: pochette bianca nel taschino dell’abito grigio fumo, ciuffo giovanile, voce calda, aspettò ore prima di raggiungere il microfono e dire perché era lì come candidato ministro alla Funzione Pubblica: “Ho accettato di collaborare con Luigi Di Maio nella logica di uno spirito di servizio e offro il mio impegno per un obiettivo molto ambizioso, rendere efficiente la pubblica amministrazione…”. Fu tra i pochi, forse l’unico tra i venti convocati, che usò il termine “collaborare” e a sottolineare il carattere “simbolico” di quella cerimonia, consapevole, in quanto accademico, che non era possibile parlare di “incarico” come invece fecero tutti gli altri abbagliati da un appuntamento che, se non era un gioco, era bizzarro per non dire anticostituzionale.

Conte rischia anche di essere tra i pochissimi di quella squadra di “elevati” a realizzare quello per cui fu chiamato: entrare nella squadra di governo. Di più: di diventarne il mister, l’allenatore, il coach, il Presidente del consiglio.

Il suo nome è quello su cui Salvini e Di Maio avrebbero trovato l’accordo ieri dopo l’ennesimo faccia a faccia. E oggi, nel pomeriggio, dovrebbero comunicarlo e sottoporlo al giudizio del Presidente Mattarella molto attento in questi giorni nel ricordare le prerogative del Capo dello Stato in base alla Costituzione e alla prassi di 70 anni di Repubblica: non notaio passivo di decisioni altrui; garante degli assetti economici ed internazionali (cioè Europei).

Cautela dopo la lezione di Sapelli

Conte non ha fatto l’errore compiuto da un suo illustre collega, il professor Giulio Sapelli che una settimana fa cedette alla vanità di dichiarare cosa avrebbe fatto quando sarebbe diventato premier. E in questi mesi si è mosso con cautela e discrezione seppure negli ambienti accademici, fiorentini e della Capitale, è stato dato per scontato che sarebbe diventato “almeno ministro alla Funzione Pubblica”.

Per capirne un po’ di più il profilo, può essere utile confrontarsi con alcuni suoi colleghi, soprattutto dell’ateneo di Firenze dove giunse come ordinario nel 2001. E’ definito persona “sobria”, “preparata”, “grande lavoratore, uno che dorme 4 ore per notte”, “piglio decisionista”, dotato di “grande sensibilità nel trattare con parti e contendenti di alto livello economico”. Accanto alla vita universitaria, infatti, Conte vanta anche una luminosa carriera come professionista e socio di un importate studio legale aperto nel 2002 con il professor Guido Alpa, uno dei massimi esperti in Italia di diritto commerciale e societario e suo professore ai tempi della Sapienza.

Nessuna esperienza politica

Tutti sono d’accordo anche su un’altra cosa: Giuseppe Conte è un “tecnico” in tutto e per tutto che viene prestato alla politica visto che “nel suo passato non ci sono esperienze di tipo politico e non ha alcuna esperienza di cosa voglia dire gestire un organo dello Stato”. Chi conosce la sua attività professionale, oltre che accademica, lo racconta anche come “uno tra i massimi esperti di enti no-profit”. Per cui nessuno si stupisce nel ricordare che “in effetti Conte si è sempre definito come uno di sinistra”.

Quando si presentò nel dream team di Di Maio la raccontò così: “In passato ho votato a sinistra. Oggi penso che gli schemi ideologici del ‘900 non siano più adeguati. Credo sia più importante valutare l’operato di una forza politica in base a come si posiziona sul rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali. E sulla sua capacità di elaborare programmi utili ai cittadini”.

L’ingaggio dei 5 Stelle

Più che un colpo di fulmine, quello con i 5 Stelle è stato un vero e proprio ingaggio: “Fui contattato da loro nel 2013 se ero interessato ad essere eletto nel Consiglio della giustizia amministrativa. Per correttezza ho precisato che non li avevo votati, mi risposero che era meglio così. In questo anni non ho mai ricevuto una telefonata. E così ho avuto modo di apprezzare la buona volontà di questi ragazzi, fanno sul serio…”.

E’ facile immaginare che il contatto tra il Professore e i 5 Stelle sia stato Alfonso Bonafede, fedelissimo di Di Maio, studio legale a Firenze, destinato a fare il ministro Guardasigilli nel governo giallo-verde. Il programma della Giustizia è stato scritto da Conte che è anche legale di Di Maio.

Il programma del “ministro” Conte parte da tre punti: “Abolire le leggi inutili, molte più delle 400 indicate da Luigi Di Maio; rafforzare la normativa anti-corruzione prevedendo quelle iniziative che si muovono nello spazio oscuro che precede la corruzione; rivedere, quasi integralmente, la riforma della cattiva scuola”. Non sarà un politico, il Professore, ma ha un senso innato per il consenso.

Ma il Contratto di governo è illecito

Il problema vero è come si porrà il Professore-Premier rispetto al “Contratto per il governo del cambiamento”: un puro accordo politico senza alcun valore contrattuale che sarebbe in ogni modo nullo perché vincola le parti in modo illecito, al di fuori delle regole costituzionali. Insomma, una volta entrato a palazzo Chigi, il professor Conte, se fedele alla dottrina e ai suoi insegnamenti, dovrebbe spiegare che la fatica di dieci giorni di lavoro è carta straccia. Al massimo una lista di appunti utile per la navigazione, ma in alcun modo vincolante per nessuno. E dovrebbe anche, soprattutto, convincere la base dei 5 Stelle come un accademico puro possa diventare politico da un momento all’altro. “Sarà un grande amico del popolo” ha detto ieri Di Maio. “Sarà eletto in Parlamento” è stata la promessa della Lega. Il professor Conte è tante cose ma nessuna delle due promesse.

Un professore di sinistra senza esperienza politica. Ecco chi è Conteultima modifica: 2018-08-26T17:29:35+02:00da ugo565
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