Cateno De Luca, neoeletto in Sicilia nelle fila dell’Udc, arrestato per evasione fiscale.

Cateno De Luca, neoeletto in Sicilia nelle fila dell’Udc, arrestato per evasione fiscale. “Sapevo che sarebbe successo”

Il parlamentare è accusato di avere evaso oltre 1,7 milioni di euro. “Pregate per me, ma tanto finirà come per gli altri quattordici procedimenti: archiviati”

08/11/2017 08:22 CET

“Sapevo già che mi avrebbero arrestato … perché già certi ambienti mi avevano avvertito! E oggi più di ieri vi dico che anche questo procedimento finirà come gli altri quattordici: archiviati o con sentenza di assoluzione. Nei prossimi giorni saprete il perché non vogliono che io faccia il sindaco di Messina”. Lo scrive in un post sul suo profilo Facebook il neo deputato regionale dell’Udc Cateno De Luca, arrestato oggi con l’accusa di evasione fiscale e posto ai domiciliari. “Pregate per me e per la mia famiglia e per gli altri indagati che nulla c’entrano in questa storia”, aggiunge De Luca.

Cateno De Luca è finito in manette questa mattina, ad appena due giorni dalla sua elezione nelle fila dell’Udc con oltre 5 mila preferenze. Il suo nome rientra tra gli impresentabili che hanno aiutato Nello Musumeci a vincere la contesa elettorale siciliana.

De Luca è stato arrestato, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Messina a conclusione di articolate e complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Messina e della Compagnia Carabinieri di Messina Sud. Il parlamentare è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Con lui ai domiciliari anche Carmelo Satta. I due sono finiti agli arresti, “in qualità di promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1.750.000 euro”, come dice la Gdf. Nel dettaglio, attraverso le indagini è stato individuato “un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori ed alla società Caf Fe.Na.Pi srl, riconducibile, direttamente o indirettamente, a De Luca e a Saitta, utilizzato, nel corso del tempo, per porre in essere un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all’evasione delle imposte dirette ed indirette”, dicono gli inquirenti.

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In sintesi, lo schema evasivo emerso prevedeva l’imputazione di costi inesistenti, da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf fenapi s.r.l., “individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale. La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione Nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta”. Al termine dell’attività investigativa è stato individuato un indebito risparmio di imposta pari a circa 1.750.000 (sia ai fini Iva che delle Imposte sui redditi delle società). Oltre alle due persone sottoposte agli arresti, sono state deferite a piede libero altri 8 associati. Contestualmente è stata disposta l’esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi s.r.l., nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti.

Cateno De Luca è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Inoltre, gli viene contestato, insieme con gli altri indagati, il reato associativo. Il neo deputato regionale Udc era già finito in manette nell’ambito dell’inchiesta per i lavori realizzati a Fiumedinisi (Messina). Di recente la Procura ha chiesto per lui la condanna a 5 anni di carcere. La sentenza è attesa prima di Natale. De Luca aveva chiesto alla Suprema Corte di trasferire a Reggio Calabria il processo che lo vede imputato. Ma per i giudici della Suprema Corte il ricorso non è trattabile. Quindi il processo resta a Messina.

La nota dell’Udc. “L’Udc ha appreso dalla stampa la notizia dell’arresto di De Luca. L’Udc ha avuto la massima diligenza nella formazione delle liste elettorali a tutela del partito e dei cittadini-elettori. Abbiamo chiesto a tutti i candidati dell’Udc e dei movimenti ad esso associati tra cui anche Sicilia Vera il certificato del casellario giudiziario e quello dei carichi pendenti a tutela dei cittadini e della onorabilità del partito” si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa nazionale del partito. “Abbiamo fiducia nella magistratura che siamo certi porterà all’accertamento della verità e siamo convinti che De Luca sarà in grado di chiarire i fatti e di dimostrare la sua innocenza”.

Musumeci: “Io prudente anche sulla Giunta”. “Se nella fase di composizione delle liste qualcuno non ha seguito i miei reiterati inviti alla prudenza, tutte le scelte che dipenderanno da me, invece, saranno improntate a questo criterio, nel rispetto delle mie convinzioni e in coerenza con la mia storia personale, a cominciare dalla formazione della giunta”. Così il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, sull’arresto del deputato dell’Udc Cateno De Luca.

“I provvedimenti della magistratura, alla quale rinnovo fiducia e apprezzamento, si rispettano e non si commentano” ha aggiunto Musumeci. “La legge vigente – ha detto – mette le istituzioni al riparo da casi come quello odierno e la sua applicazione sarà garanzia di legalità”.

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