Trattati Roma, Mattarella: “Ue ripiegata, serve riforma. Ma impossibile tornare indietro”. Lega non partecipa a cerimonia
“L’Europa non può permettersi di rinviare gli appuntamenti con la storia, quando essi si presentano, né possono prevalere separatezze e, tantomeno, amputazioni. Va, piuttosto, praticata e accresciuta la vicendevole responsabilità, la solidarietà nei benefici e negli oneri”. D’altra parte, aggiunge il capo dello Stato, “se guardiamo alla strada percorsa ci rendiamo conto di come non sia stato mai un cammino facile, sin dall’inizio”. Tuttavia, “la spinta all’unità europea si è sempre rivelata, comunque, più forte degli arroccamenti e delle puntigliose distinzioni pro-tempore di singoli governi o di gruppi di Paesi, giocando un ruolo significativo anche nel contributo alla evoluzione delle relazioni internazionali”. Secondo Mattarella uno sforzo per l’unità serve in Europa come in Italia e ha ricordato anche le parole di Alcide De Gasperi: “Per resistere è necessario ricorrere alle energie ricostruttive ed unitarie di tutta l’Europa. Contro la marcia delle forze istintive e irrazionali non c’è che l’appello alla nostra civiltà comune: alla solidarietà della ragione e del sentimento della libertà e della giustizia”. Tra le altre citazioni anche Luigi Einaudi e Winston Churchill che parlò di Stati Uniti d’Europa. Il presidente della Repubblica ha anche citato alcuni effetti positivi, da valorizzare, dovuti alla nascita dell’unità europea: dai più piccoli (e apparentemente insignificanti) come i giocattoli sicuri per i nostri bambini e i brevetti tutelati a livello europeo fino a quelli più evidenti, da Schengen e le frontiere aperte alla protezione dell’ambiente, dal modello sociale che deve tendere all’equiparazione negli Stati membri al fatto che “la guerra è stata tenuta lontana e, per la prima volta da tempo immemorabile, tre successive generazioni non ne hanno conosciuto la barbarie”.
Nelle parole di Mattarella, anche se non in modo esplicito, sembra possibile scorgere anche una risposta alla polemica avviata in queste ore dall’intervento del presidente dell’Eurogruppo, il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem: “La soluzione alla crisi sui debiti sovrani e a quella sul rallentamento dell’economia non può essere la compressione dei diritti sociali nei Paesi membri. Tanto meno l’occasione di grossolane definizioni di Nord e Sud d’Europa. Questa è l’anima della nostra Europa, questa è la nostra identità. Se vogliamo un’Unione Europea più forte è da qui che dobbiamo ripartire”.
In Aula a Montecitorio erano circa 30 gli esponenti del M5s presenti (in totale gli eletti sono circa 120). I Cinquestelle hanno partecipato alle due standing ovation per il presidente Mattarella. Il capogruppo alla Camera Vincenzo Caso non si è alzato né ha applaudito in entrambe le occasioni così come un altro paio di colleghi di partito. Non c’era proprio, invece, la Lega Nord, che invece ha organizzato un sit in fuori dal palazzo di Montecitorio. I parlamentari del Carroccio hanno esposto cartelli con su scritto: “Europa uguale più disoccupati”, “No all’Europa dei traditori”, “Questa Europa affama i popoli”. “Rispettiamo il presidente Mattarella – osserva il capogruppo Massimiliano Fedriga – ma oggi non c’è nulla da festeggiare. Stanno festeggiando i traditori dei valori europei, chi sostiene un’Europa che massacra i diritti dei cittadini europei, l’economia degli Stati, che fa gli interessi delle lobby finanziarie. Ormai l’uscita dall’Euro non è più una scelta ma una via obbligata per risollevare le economie depresse dei nostri Paesi”. In realtà qualcuno della Lega alla Camera c’era e non una figura da poco: il fondatore del partito Umberto Bossi: “Preferisco sempre sentire le cose per poi ragionarci”.