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Aprire un conto corrente all’estero. Brasile: “Si può fare in maniera legale, ecco dove conviene”

di Michael Pontrelli
Il ritorno in campo di Silvio Berlusconi oltre all’ironia degli avversari ha riportato sulla scena l’incertezza finanziaria. In poche ore lo spread è risalito ben oltre i 300 punti e in borsa è tornata la volatilità. I fantasmi che per mesi hanno spaventato i piccoli risparmiatori hanno ripreso forma e a tanti è tornata in mente l’idea di portare i propri risparmi all’estero. Come fare? Lo abbiamo chiesto ad un esperto in materia, Massimiliano Brasile, fondatore di PiccoloRisparmio.eu uno dei blog finanziari più seguiti della rete. 

Aprire un conto corrente all’estero pur risiedendo e lavorando in Italia è legale? 
“Assolutamente si”

Quali sono gli adempimenti normativi e fiscali? 
“Il trasferimento del denaro deve avvenire tramite bonifico bancario. In questo modo il movimento è tracciato e si fa, come si suol dire, tutto alla luce del sole. In base alla cifra che si movimenta variano gli adempimenti fiscali che vanno rispettati in fase di dichiarazione dei redditi. Fino a 10.000 euro non c’è l’obbligo di comunicare il trasferimento al fisco, sopra i 10.000 euro, nell’arco dell’anno, l’obbligo invece esiste. La consistenza del patrimonio posseduto all’estero va sempre dichiarata perché, analogamente a quanto avviene per i risparmi tenuti in Italia, bisogna pagare le imposte sugli interessi maturati e la patrimoniale introdotta recentemente da Mario Monti che varia a seconda che il conto corrente sia all’interno dell’Unione Europea o fuori da essa”. 

Quindi è un errore pensare che tutte le persone che hanno portato i soldi in Svizzera lo hanno fatto in maniera illegale? 
“Esatto. Non c’è dubbio che tanti italiani, anche piccoli risparmiatori, abbiano portato i propri soldi in Svizzera durante la crisi, ma non è detto che tutti lo abbiano fatto illegalmente. Chi lo ha fatto legamente è ovviamente escluso dall’eventuale accordo fiscale tra i 2 paesi, di cui si parla da tempo, volto a far emergere i capitali nascosti allo Stato italiano”. 

Quali sono i vantaggi principali che un risparmiatore avrebbe nell’aprire legalmente un conto corrente all’estero? 
“Dipende dal paese in cui si investe. Per chi cerca elevati rendimenti in questo momento attraverso internet è possibile attivare un conto deposito a Cipro che offre rendimenti fino al 10%. Cipro, ricordo, fa parte dell’Unione Europea. Aprire conti correnti negli altri paesi principali della Ue, come Germania o Francia, non offre però gli stessi rendimenti e non protegge neanche il risparmiatore da un eventuale e temuto collasso dell’Eurozona. Non protegge neanche da un semplice default dell’Italia perché lo Stato potrebbe sempre colpire le somme depositate presso gli istituti bancari localizzati all’interno dell’Unione Europea. Per prevenire un rischio euro o un rischio Italia la soluzione migliore rimane la Svizzera che è fuori dall’euro e che essendo fuori dalla Ue non consentirebbe al nostro Stato di colpire le somme depositate in caso di estrema necessità finanziaria”. 

Recentemente allo scopo di combattere l’evasione fiscale è stato rivisto il redditometro che monitorerà la congruità tra spese effettuate e redditi dichiarati. Si sta diffondendo la convinzione che attivando una carta di credito anonima su un conto estero sia possibile rimane invisibili allo Stato. E’ vero?
“E’ vero solo se il trasferimento dei fondi all’estero è avvenuto in modo illegale ovvero non rispettando i requisiti normativi di cui si parlava prima. Ma se si rispettano gli adempimenti previsti allora lo Stato è a conoscenza delle somme trasferite fuori dai confini nazionali e delle variazioni nelle consistenze dei capitali posseduti, per cui è tranquillamente in grado di fare accertamenti. La linea di confine è sempre la stessa: rimanere nella legalità o starne fuori”. 

Sempre con l’intento di nascondere le proprie ricchezze allo Stato una idea che sta prendendo corpo è quella di depositare ingenti somme su conti di appoggio come quello di Pay Pal o delle scommesse online. E’ legale? 
“E’ una attività legale ed è vero che al momento si tratta di un ambito privo di una normativa specifica in merito alla tassazione ma bisogna tener presente che il trasferimento di denaro su questi conti non può avvenire cash ma tramite bonifico bancario per cui anche in questo caso lo Stato è a conoscenza della movimentazione delle somme. Aggiungo poi che si tratta di conti che non offrono rendimenti per cui dal punto di vista reddituale non rappresentano delle scelte ottimali”. 

Durante la crisi di liquidità delle banche tra i risparmiatori hanno riscosso un enorme successo i conti deposito grazie agli elevati rendimenti offerti. Sono ancora uno strumento di investimento valido? 
“Se la banca è affidabile sono sempre degli ottimi strumenti di risparmio ma non come prima perché nel frattempo i tassi si sono ridotti, sono aumentate le condizioni vincolanti poste dalle banche per poter usufruire di rendimenti maggiori e sono state introdotte delle tasse nuove che prima non c’erano”. 

E dei titoli di Stato italiani cosa pensa? 
“Che tutto, purtroppo, rimane legato all’evoluzione della crisi e quindi all’evoluzione dello spread”.

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