Liberato il carabiniere rapito in Yemen

Alessandro Spadotto, il carabiniere rapito in Yemen è tornato in Italia. Il papà: “E’ tutto vero, siamo felicissimi”

Alessandro Spadotto, il carabiniere addetto alla vigilanza e alla sicurezza presso l’ambasciata italiana nello Yemen, liberato ieri, è arrivato in Italia. L’aereo, un Falcon 900, proveniente da Sanàa, con a bordo il militare, è atterrato sulla pista dell’aeroporto militare di Ciampino alle 15,44.
Spadotto libero – Spadotto, in una telefonata fatta ai genitori, aveva detto di stare bene e di essere stato trattato abbastanza bene. Il carabiniere, addetto alla sicurezza dell’Ambasciata italiana, era stato rapito quattro giorni fa, mentre era in un negozio nei pressi della sede diplomatica, dal clan tribale dei Jalal. La notizia del rilascio è arrivata in Italia dal presidente dell’associazione italo-yemenita, Arhab al Sarhi. E, a stretto giro, è stata confermata da qualificate fonti italiane e dalla Farnesina.
La conferma di Terzi: sta tornando a casa – “Gli ho appena parlato. Sta bene, è in Ambasciata a Sanaa e si sta preparando a rientrare in Italia nelle prossime ore”, aveva detto il ministro degli Esteri Giulio Terzi al termine della conversazione con Alessandro Spadotto, il carabiniere liberato ieri in Yemen. Spadotto, ha aggiunto, “é un italiano che indossa la stessa divisa con cui migliaia di carabinieri tengono alta la bandiera del nostro Paese non solo in patria, ma in tante aree di crisi nel mondo, dove sono rispettati e ammirati da Governi e popolazioni”.
Papà Augusto: “E’ tutto vero, siamo felicissimi” – E da San Vito al Tagliamento, città natale del carabiniere, il padre Augusto a stento trattiene l’emozione: “E’ tutto vero, me lo ha confermato la Farnesina. Siamo felicissimi”, sono le sue prime parole: “ringrazio tutti, istituzioni, paese, Arma, amici e parenti. Ma adesso lasciate libero il cellulare, mi hanno detto che sta bene ma devo sentire Alessandro..”, si congeda rapidamente. “Grande soddisfazione” arriva anche dal ministro degli Esteri, Giulio Terzi che sottolinea la “rapida soluzione del caso, resa possibile grazie alla straordinaria collaborazione fornita dalle autorità di Sanaa”. “Si tratta di un successo che è ancora una volta – aggiunge il capo della diplomazia italiana – il risultato del lavoro tenace e della grande professionalità dei funzionari dell’Unità di Crisi della Farnesina e di tutte le strutture dello Stato coinvolte”.
Rapito per denaro dal clan tribale dei Jalal – Spadotto che a 48 ore dal suo rapimento era riuscito a rompere il silenzio inviando un sms alla fidanzata – “sto bene, non vi preoccupate”, aveva scritto il 1 agosto – era stato localizzato dalle autorità yemenite nella provincia di Marib, regione petrolifera situata a Est della capitale e segnata dagli scontri – diversi gli attacchi agli oleodotti e gasdotti dell’area – tra tribù locali e forze governative. A rapirlo proprio un membro di una delle tribù dell’area, gli Al-Jalal: Ali Nasser Hariqdane, questo il nome dell’uomo che, ricercato per atti di banditismo, aveva rivendicato la cattura per ottenere dal governo l’immunità e un risarcimento. L’uomo del clan tribale dei Jalal, aveva annunciato all’agenzia yemenita Maareb Press di non avere pretese nei confronti dell’Italia, ma che il rapimento dell’addetto alla sicurezza dell’Ambasciata italiana a Sanaa fosse “solo un modo per fare pressione sul governo yemenita”. Un’indicazione che aveva fatto sperare per una veloce soluzione della vicenda. Un appello alla liberazione di Spadotto era giunto anche dal Comitato olimpico yemenita che, da Londra, aveva sottolineato come il rapimento dell’italiano fosse “un atto che nessuno può approvare, contrario alle nostre tradizioni”.
03 agosto 2012
Liberato il carabiniere rapito in Yemenultima modifica: 2012-08-03T17:39:53+02:00da ugo565
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