Semipresidenzialismo, via libera del Senato.

Semipresidenzialismo, via libera del Senato. Pd e Idv abbandonano l’Aula. Bersani: diversivo senza costrutto

Via libera a semipresidenzialimo: con una serie di votazioni lampo, nel giro di mezz’ora, l’Aula del Senato ha approvato tutti gli emendamenti firmati da Gasparri e Quagliariello alle riforme costituzionali che introducono il semipresidenzialismo. In totale, coi soli voti di Pdl, Lega e Coesione nazionale sono stati riscritti undici articoli della Costituzione prevedendo tra le altre cose che il Consiglio superiore della magistratura sia presieduto dal primo presidente della Corte di cassazione e non più dal presidente della Repubblica e che quest’ultimo presieda il Consiglio dei ministri.
Elezione diretta del Capo dello Stato – Oltre all’elezione diretta del capo dello Stato prevista dal nuovo articolo 83 della Carta, gli emendamenti votati dall’Assemblea di Palazzo Madama hanno riscritto l’articolo 84 affermando che “può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto quarant’anni e goda dei diritti politici e civili. L’ufficio è incompatibile con qualsiasi altra carica e attività pubblica o privata. La legge prevede altresì disposizioni idonee ad evitare conflitti tra gli interessi privati del Presidente della Repubblica e gli interessi pubblici. A tal fine la legge individua le situazioni di ineleggibilità e incompatibilità. L’assegno e la dotazione del Presidente della Repubblica sono determinati per legge”. 
Le regole per eleggere il Capo dello Stato – Il nuovo articolo 85 della Costituzione prevede che “il presidente della Repubblica è eletto per cinque anni. Può essere rieletto una sola volta. Il novantesimo giorno prima che scada il mandato del Presidente della Repubblica, indice l’elezione, che deve aver luogo in una data compresa tra il sessantesimo e il trentesimo giorno precedente la scadenza. Le candidature sono presentate da un gruppo parlamentare delle Camere, ovvero da duecentomila elettori, o da deputati e senatori, da membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia, da consiglieri regionali, da presidenti delle Giunte regionali e da sindaci, che vi provvedono nel numero e secondo le modalità stabiliti dalla legge. I finanziamenti e le spese per la campagna elettorale, nonché la partecipazione alle trasmissioni radiotelevisive sono regolati dalla legge al fine di assicurare la parità di condizioni tra i candidati”.
Il nuovo articolo 86 della Carta – “È eletto – prevede la norma approvata – il candidato che ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti validamente espressi. Qualora nessun candidato abbia conseguito la maggioranza, il quattordicesimo giorno successivo si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno conseguito il maggior numero di voti. La legge disciplina la procedura per la sostituzione e per l’eventuale rinvio della data dell’elezione in caso di morte o di impedimento permanente di uno dei candidati. Il Presidente della Repubblica assume le funzioni l’ultimo giorno del mandato del Presidente uscente. In caso di elezione per vacanza della carica, il Presidente assume le funzioni il settimo giorno successivo a quello della proclamazione dei risultati elettorali”. “In caso di impedimento permanente o di morte o di dimissioni del Presidente della Repubblica – si legge nel nuovo articolo 86 della Carta – il Presidente del Senato della Repubblica indice entro dieci giorni l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. L’elezione deve avere luogo in data compresa tra il 60° e il 90° giorno successivo al verificarsi dell’evento o della dichiarazione di impedimento”.
Le modifiche all’articolo 88 della Costituzione – Secondo la modifica dell’articolo 88 approvata dal Senato “il Presidente della Repubblica può, sentiti il Primo ministro e i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Se la scadenza delle Camere cade nell’ultimo semestre del mandato del Presidente della Repubblica, la loro durata è prorogata. Le elezioni delle nuove Camere si svolgono entro due mesi dall’elezione del Presidente della Repubblica”. “Gli atti del Presidente della Repubblica adottati su proposta del Primo ministro o dei ministri – prevede la modifica dell’articolo 89 della Costituzione – sono controfirmati dal proponente, che ne assume la responsabilità. Non sono sottoposti a controfirma la nomina del Primo Ministro, l’indizione delle elezioni delle Camere e lo scioglimento delle stesse, l’indizione dei referendum nei casi previsti dalla Costituzione, il rinvio e la promulgazione delle leggi, l’invio dei messaggi alle Camere, le nomine che sono attribuite al Presidente della Repubblica dalla Costituzione e quelle per le quali la legge non prevede la proposta del Governo”. “Il Governo della Repubblica – afferma l’emendamento del Pdl approvato che riscrive l’articolo 92 della Costituzione – è composto del Primo ministro e dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri. Il Presidente della Repubblica presiede il Consiglio dei ministri, salvo delega al Primo ministro. Il Capo dello Stato nomina il Primo ministro. Su proposta del Primo ministro nomina e revoca i ministri”.

Bersani: diversivo senza costrutto – “Un diversivo senza costrutto, spero solo che in questo gesto irresponsabile, inutile e del tutto inconcludente non si facciano deroghe a quello che dobbiamo fare subito, la riforma elettorale”. Pier Luigi Bersani attacca così l’asse tra Pdl e Lega che ha portato in Senato alla approvazione di un emendamento sul semipresidenzialismo.

La reazione della Finocchiaro – “Fa davvero effetto leggere le dichiarazioni di propaganda e di giubilo fatte dall’onorevole Alfano e del senatore Gasparri in merito al presidenzialismo proprio mentre all’interno del PdL si alzano autorevoli voci di dissenso rispetto allo strappo compiuto dal centrodestra in Senato sul tema delle riforme”. Lo dichiara in una nota il presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro. “Alfano e Gasparri – prosegue – sanno benissimo di mentire, sanno che questo testo di riforma delle nostre istituzioni non sarà mai legge e dovrebbe rendersi conto di quanto disagio ci sia all’interno del PdL su questa vicenda. I senatori Pisanu e Saro dicono la verità: la loro analisi su quanto sta avvenendo in Senato è la nostra e quelle parole confermano che nel PDL non tutti sono alla mercé delle scorribande di Berlusconi”. 
Lega e Pdl hanno tradito l’accordo politico – “Il Pdl – aggiunge Finocchiaro – ha stracciato un accordo politico tra le forze che sostengono il governo Monti che poteva permettere di riformare in maniera costruttiva le nostre istituzione e di avviare quella riduzione del numero dei parlamentari che tutti, a parole, auspicano. In nome di un baratto propagandistico con la Lega il Pdl ha tradito questo importante accordo politico per poter sventolare la bandierina del semipresidenzialismo nella prossima campagna elettorale. E’ tutto questo avviene sulla pelle della nostra Costituzione”. “Il senso delle dichiarazioni dei senatori Pisanu e Saro ci conforta nella scelta, che abbiamo compiuto in questi giorni, di non partecipare ad una discussione inutile e dannosa per il Paese”. 

Il senatore del Pdl Giuseppe Pisanu si è astenuto
 – Il senatore del Pdl Giuseppe Pisanu si astiene sull’emendamento sul semipresidenzialismo sostenendo che è stato “un errore politico rompere l’intesa sul testo Abc”. Pisanu dice di non esser contrario all’elezione diretta del presidente della Repubblica ma accusa il suo partito di aver “compromesso il cammino delle riforme”. 

Alfano al Pd: non perdere occasione per presidenzialismo
 – L”Speriamo che il Pd non faccia perdere questa grande occasione agli italiani”. Lo ha detto il segretario del Pdl, Angelino Alfano, arrivando a Racalmuto alla fondazione dedicata allo scrittore Leonardo Sciascia, a proposito della votazione al Senato sulla riforma semipresidenzialista.
Semipresidenzialismo, via libera del Senato.ultima modifica: 2012-07-26T16:13:45+02:00da ugo565
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